C’era una volta la Sampdoria tutta italiana,o quasi, al punto da rappresentare una mosca bianca nell’esterofilo campionato nostrano. Quella della riserva indigena era la base della filosofia marottiana, che quando allargo’ i propri orizzonti all’estero fini’ per tradire la sua stessa vocazione, imbarcandosi nei poco edificanti esperimenti stranieri chiamati Bottinelli e Fornaroli. il solo ziegler ha rappresentato un mezzo colpo, mentre Padalino e Stankevicius hanno trovato poca fortuna nella patria di cristoforo colombo. Meglio il prodotto interno, sicuro e garantito, sosteneva marotta. poi dall’Udinese e’ venuto sergio Gasparin, uno che con l’estero probabilmente ci sapeva fare, ma non ha avuto tempo e modo di operare. e la samp, privandosi dei suoi gioielli italiani, e’scivolata nel baratro della serie b, dove adesso, dopo il mercato gennaio, si trova con una rosa piena zeppa di stranieri di varie nazionalita’. insomma, non solo una rivoluzione di uomini, ma anche di strategie, una rivoluzione copernicana. cominciamo dalla porta, dove il titolare, Romero, viene dall’argentina, e il suo vice, Da Costa, e’ brasiliano. in difesa, ci sono addirittura due svizzeri, Berardi e Rossini, e un ungherese, Lazcko, senza contare il tedesco-albanese Mustafi. a centrocampo ecco lo spagnolo-guineaino Obiang, il nuovo punto di riferimento, attorno al quale sgomitano il brasiliano Renan, il serbo Kristicic, lo svizzero Padalino e il greco Gentosoglou. l’attacco, infine, conta sull’estro dell’argentino Juan Antonio e del brasiliano Eder. Ricapitolando, la colonia straniera piu’ numerosa e’ ora costituita dai brasiliani, Da Costa, Renan ed Eder, che hanno gia’ preso possesso della nota churrascheria di chiavari che aiuta a smorzare la saudade. poi ci sono gli svizzeri, tre anche loro, Berardi, Rossini e Padalino, i due argentini Romero e Juan Antonio, quindi nazionalita’ assortite con un greco, un ungherese, uno spagnolo e un tedesco. insomma, sono lontani addirittura lontanissimi, i tempi di una sampdoria tutta italiana, lo specchio opposto dell’inter morattiana. forzando un po’ i ruoli, si potrebbe persino schierare una formazione blucerchiata tutta straniera, con Romero tra i pali, Padalino, Rossini, Mustafi e Berardi in difesa, centrocampo con Kristicic, Obiang, Renan e Laczko, attacco con Juan Antonio ed Eder. mancherebbe il Boskov, l’Eriksson o il Menotti di turno, ma chissa’. il futuro e’ cominciato e parla molte lingue diverse. in attesa che il campo, dopo quella italiana, promuova anche la Samp straniera.
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La "rivoluzione" della Sampdoria parla straniero
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