
I fatti risalgono al dicembre 2008, e la ragazza era anche costretta dalla madre a cederle due terzi del denaro che riceveva dai clienti.
Secondo l'accusa, la brasiliana aveva pubblicato sulla stampa locale annunci per pubblicizzare l’attività della figlia e di aver sfruttato, costringendolo a prostituirsi, anche un altro cittadino brasiliano, che viveva in casa sua.
Al termine del procedimento penale il capo d’imputazione è stato parzialmente modificato, e sono state concesse le attenuanti generiche. La donna, davanti al collegio dei giudici, ha patteggiato la pena di due anni di reclusione e sei mila euro di multa (pena detentiva sospesa).
A favore della brasiliana hanno giocato anche le testimonianze rese dalla figlia, che ha ridimensionato le accuse e non si è costituita parte civile.
IL COMMENTO
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