Cronaca

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Genova è una delle città con il maggiore bisogno di alloggi a canone moderato per l’affitto. Incombe la crisi e la prossima applicazione dell’IMU, inquilini e piccoli piccoli proprietari vivono tra l’esponenziale rincaro dei costi dell’amministrazione e degli affitti mentre sono 4000 le domande presentate dai genovesi per ottenere una casa solo 300 verranno soddisfatte. Per i sindacati di settore l’esigenza genovese è di 11.000 alloggi sociali.

Secondo indiscrezioni però, esisterebbero a Genova decine di appartamenti sfitti di proprietà di diversi enti previdenziali come l’Inpdap, recentemente confluita in Inps, che risultano da anni inspiegabilmente vuoti. Le voci parlano di più di 50 appartamenti anche se non esiste un censimento preciso e potrebbero essere molti di più sparsi in tutta Genova in maggior parte concentrati tra Sturla, in via Caprera e in via Rio Salto e in centro in via Palestro.

Perché esistono questi importanti collocamenti immobiliari? E a quanto ammonta il loro valore effettivo? Se è comprensibile la ragione di investire i capitali finanziari dell’attività previdenziale in immobili, resta del tutto inspiegabile perché questi appartamenti restano vuoti per anni senza rendimenti affittuari e resta ancor più inspiegabile che un ente previdenziale possa esporsi a una simile opacità che rende difficoltosa la mappatura degli alloggi e la possibilità delle diverse misure di verifiche e di controllo.