
I due episodi, dunque, non sarebbero direttamente collegati, almeno in quanto a matrice, anche se "non c'é dubbio - dice un investigatore - che il clima in cui entrambi sono maturati, e gli 'ambienti', sono gli stessi". Sul plico esplosivo, che recava solo il generico destinatario "Equitalia", la Procura di Roma ha aperto un fascicolo: nessuna pista viene esclusa, nemmeno quella del "gesto isolato".
Nello stesso 'clima' si colloca l'affissione, a Legnano (Milano), di quattro vecchi volantini siglati Br e con la stella a 5 punte: uno sulla targa di una sede dell'Agenzia delle Entrate, il secondo in una filiale dell'Inps e altri due all'esterno di una fabbrica. I volantini, senza riferimenti all'attentato di Genova o ad altre 'vicende' attuali, riportano alcune frasi di documenti brigatisti degli anni di piombo. Un quinto volantino è stato rinvenuto al centro polifunzionale della corrispondenza di Parabiago, non lontano da Legnano.
A Napoli, invece, un presidio davanti alla sede di Equitalia, in corso Meridionale, è degenerato in violenti scontri con le forze dell'ordine: 12 poliziotti e alcuni manifestanti sono rimasti feriti o contusi, il traffico è stato a lungo bloccato. Le circa 200 persone che protestavano contro Equitalia - giovani dei centri sociali, associazioni di disoccupati e non solo, che chiedevano la chiusura degli uffici in segno di lutto per i suicidi avvenuti dopo la consegna delle cartelle esattoriali - hanno prima dato vita ad un blocco stradale, poi hanno lanciato contro gli uffici finanziari petardi e uova piene di vernice "rosso sangue".
A Melegnano, nel milanese, due ispettori di Equitalia sono stati aggrediti e malmenati dal titolare di un'impresa edile, in una lite scoppiata durante un controllo fiscale: l'uomo, un piccolo imprenditore incensurato, è stato denunciato. In provincia di Viterbo, infine, un imprenditore settantenne pieno di debiti e con l'azienda dichiarata fallita ha minacciato di uccidere gli impiegati della locale Agenzia delle Entrate: "ormai sono rovinato. Ora vado là con la pistola, uccido tutti e poi mi ammazzo", ha detto con una telefonata a un sindacalista della Uil. La Digos ha così fatto irruzione nell'abitazione dell'uomo e lo ha denunciato per procurato allarme. Nella casa non sono state trovate armi.
IL COMMENTO
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