La politica è, prima di tutto, saper scegliere. Selezionare dove spendere o investire i soldi pubblici dei cittadini; dove usare i soldi e dove non usarli, magari facendo torto a qualcuno, ma nell’interesse generale.
Non facciamo populismo, non facciamo polemiche sterili, non diamo troppa importanza alle ribellioni che partono dai social network (ma neanche troppo poca).
Limitiamoci a dire che tanta gente impressionata da quanto è accaduto in Emilia si sta accorgendo che non proverà piacere nel vedere una festa, pardon una parata, dove migliaia di militari metteranno in mostra una divisa per ricordare una data storica del nostro paese.
Tanta gente vorrebbe vedere in questi giorni gli uomini dello stato impegnati nell’organizzare e nel partecipare alla ricostruzione di un territorio devastato dal terremoto, anziché vederli correre e suonare la fanfara dei bersaglieri.
Certo, non è questa la priorità. Certo, fanno peggio i calciatori che si vendono le partite. Certo, gli sprechi sono altrove. Ed è vero, i valori vanno conservati.
Ma allora tagliamo le spese delle parate militari, tagliamo la festività del 2 giugno. Mandiamo a scuola i nostri ragazzi e spieghiamo a loro cosa è successo prima, durante e soprattutto dopo la guerra mondiale.
Solo così si può ricostruire, oltre che le case distrutte dalle calamità naturali, la memoria di quello che è accaduto nei momenti più importanti e in quelli più difficili del nostro paese.
Cronaca
La parata fuori tempo, la memoria e la ricostruzione
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