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E' partito il processo d'appello al calcioscommesse sul filone d'inchiesta della Procura di Bari. Nell'aula dell'ex Ostello della Gioventù sono presenti gli juventini Leonardo Bonucci e Simone Pepe e il difensore del Bologna, Daniele Portanova. La Corte di Giustizia federale dovrà esaminare anche le posizioni di altri 7 tesserati e di tre club: Bologna, Udinese e Lecce. "Ci auguriamo di poter rendere note le decisioni già domani", ha annunciato il presidente Mastrandrea.

Tra le figure più importanti e che hanno fatto maggiormente discutere c'è il tecnico della Juventus Antonio Conte, che in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport ha detto: "C’è una cosa che non rifarei se potessi tornare indietro: accettare controvoglia il patteggiamento. Non si patteggia l’innocenza anche se gli avvocati ti consigliano di farlo perché è un’opportunità e i rischi del dibattimento sono alti. E’ stato un errore. Certo, non avrei ammesso nulla, ma si sarebbe percepita una cosa diversa. Ecco, anche se oggi avessi la certezza dei tre mesi di stop, la mia risposta sarebbe no. Su un fatto concordo con i giudici: 90 giorni non erano una pena congrua. Quella giusta è zero: non ho commesso nè illeciti, nè omesse denunce. Quella di Carobbio è un'accusa insensata: sarei stato così fesso da rendermi ridicolo e ricattabile da 25 giocatori? Lo stesso Carobbio fa riferimento al mio discorso: intenso e carico di motivazioni. E dopo averli spronati per lui avrei concluso dicendo 'comunque pareggiamo'? Ma che senso ha?".