Mi rivolgo a tutti i genovesi, in particolare agli abitanti della zona del Fereggiano, della Valbisagno, di Sestri Ponente, di Sturla e dei quartieri che negli ultimi anni sono stati colpiti da alluvioni. Mi rivolgo alle persone che hanno dovuto abbandonare la casa o hanno patito danni fisici e materiali.
Dodici mesi fa, il 4 novembre, avvenne l’ultima, più grande, tragedia: Shpresa Djala e le sue bimbe Gioia e Janissa, Serena Costa, Angela Chiaramonte e Evelina Marina Pietranera furono travolte dall’onda del torrente.
Genova le ricorda con commozione, unendosi al dolore dei familiari, e anche con rabbia per quanto è accaduto e non doveva accadere. Nel quartiere resta viva la preoccupazione perché, lì come altrove, si è ancora costretti a convivere con il rischio.
Renderò omaggio alla targa che ricorda le vittime del Fereggiano, facendomi interprete del sentimento di tutti i genovesi. So bene, però, che non è tempo di cerimonie. Bisogna continuare il lavoro per ridurre i pericoli nell’immediato e fare quanto possibile per reperire i finanziamenti necessari alla effettiva messa in sicurezza del territorio. Questo è l’impegno dell’Amministrazione.
Comprendo l’apprensione degli abitanti e ritengo pienamente giustificabile la loro vigilanza e la denuncia di qualsiasi mancanza, anche quando si accompagna ad una certa diffidenza. C’è bisogno di chiarezza e di verità.
La verità è che occorrono ingenti investimenti, fuori dalla portata del Comune, e che la sicurezza idrogeologica dovrebbe essere ai primi posti nella spesa pubblica nazionale. Abbiamo valorizzato questo obiettivo nelle richieste al governo per i finanziamenti e opereremo in tutti i modi per poter realizzare le opere più urgenti. Nel frattempo non siamo stati con le mani in mano.
L’Amministrazione, pur tra molte difficoltà, si sta adoperando per investire le poche risorse disponibili, come nel caso dell’abbattimento del palazzo sul Chiaravagna a Sestri; per assicurare la pulizia dei torrenti, su cui sono giustamente puntati gli occhi di tutti, e per garantire un sistema efficiente di protezione civile.
Da mesi, prima che esplodesse il caso giudiziario sull’alluvione del 2011, abbiamo ripensato l’organizzazione dell’emergenza per renderla più snella e con responsabilità ben definite. Il meccanismo è scattato nei giorni scorsi in occasione dell’allerta per piogge intense che fortunatamente hanno poi risparmiato la nostra città, ma non le zone vicine. Qualcuno ha ritenuto eccessivi i provvedimenti adottati. Non è così. Per scongiurare altre sciagure il Comune e i cittadini devono abituarsi a riconoscere il rischio e attrezzarsi per tempo, senza mai sottovalutarlo.
Di fronte all’indagine della magistratura, cui l’amministrazione comunale dà la sua piena collaborazione, sento di dover riaffermare che l’accertamento di eventuali responsabilità di singole persone non deve tradursi in una sfiducia generalizzata verso l’apparato del Comune, i suoi tecnici, le sue preziose risorse umane che vanno invece valorizzate in una migliore organizzazione.
Con lo stesso spirito voglio ringraziare ancora, a nome della Città, i tanti volontari che proseguono il loro impegno in aiuto alla popolazione.
*Marco Doria
Sindaco di Genova
Cronaca
Alluvione, lettera ai genovesi: "Un anno fa la tragedia"
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