Economia

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Edilizia pubblica o privata, la crisi non fa differenze. La contrazione degli investimenti in provincia di Genova nel 2012 è del -37% nel primo caso, -59% nel privato. La situazione locale appare più drammatica rispetto a quella nazionale. In base ai dati diffusi dall'associazione che riunisce i costruttori edili (Ance) in Italia il comparto edile ha perso, dal 2008 al 2012, circa il 30% degli investimenti collocandosi sui livelli più bassi degli ultimi 40 anni. Il tempo medio di pagamento nel settore dei lavori pubblici è pari a 226 giorni, con un ritardo medio rispetto ai termini di legge pari a circa 5 mesi. Almeno il 10% delle imprese edili denuncia ritardi medi pari o superiori a 24 mesi.

Una crisi confermata anche dai dati della Camera di Commercio sui fallimenti delle imprese. In provincia di Genova i fallimenti dichiarati nel settore delle costruzioni l'anno scorso sono stati 32 a fronte di un numero complessivo per tutti i settori di atività pari a 159. In pratica, il 20% dei fallimenti si è verificato nel solo comparto edile. I dati della Cassa edile genovese registrano una diminuzione di operai iscritti nel 2012 di 480 unità. Negli ultimi quattro anni, in provincia di Genova, si sono persi circa 1.500 posti di lavoro diretti e altrettanti nell'indotto.

Una buona dose di ossigeno alle imprese edili potrebbe assicurarlo uno sblocco del Patto di stabilità interno. Tra comuni e province risultano risorse per investimenti in conto capitale superiori a 10 miliardi di euro. Soldi in cassa degli enti locali che non possono essere utilizzati per saldare le fatture di lavori già eseguiti. La presenza di 80 sindaci della Liguria a Roma per la manifestazione nazionale dell'Anci testimonia la necessità di sorvolare sul Patto di stabilità interno.