Indagini sequestro Calevo, spunta una lettera anonima

Spunta una misteriosa lettera anonima nell’ambito delle indagini per il sequestro Calevo, il 31enne imprenditore lericino rapito la sera del 16 dicembre e liberato dalle forze dell’ordine dopo una prigionia durata 15 giorni nello scantinato di una villa di Sarzana.

La missiva è stata spedita da Genova ai carabinieri della compagnia di Sarzana proprio nei giorni successivi al sequestro.

Sopra, alcune parole scritte in stampatello: “Sequestro Calevo, dove, chi, sulle colline di Arcola”, frase seguita da alcuni numeri di telefono. Secondo quanto riferito dagli inquirenti, la lettera potrebbe stato un tentativo di depistaggio delle indagini, al momento del recapito già ben indirizzate sulla pista del rapimento architettato da Pierluigi Destri, l’ex imprenditore sarzanese nella cui abitazione fu poi rinvenuto e liberato l’ostaggio.

Il reperto è tuttavia ancora oggetto di analisi accurate da parte dei Ris di Parma, con annesso esame grafologico.

Gli investigatori cercano insomma di capire se la missiva sia opera dello stesso Destri, o di un suo complice, oppure di un semplice sciacallo, o ancora di un mitomane, mentre c’è il massimo riserbo sulle verifiche dei numeri telefonici riportati sul foglio.

Oggi intanto è il giorno dell’interrogatorio di Pierluigi Destri da parte del pubblico ministero Michele Di Lecce. Il legale del capobanda ha annunciato nei giorni scorsi come il suo cliente intenda dimostrare di essere stato per giorni all’oscuro del fatto che Andrea Calevo fosse rinchiuso nella cantina della sua abitazione.

Una versione che stride all’eccesso con quanto testimoniato dallo stesso giovane: erano infatti lo stesso Destri e il nipote 25enne, entrambi arrestati poco prima del blitz di San Silvestro, le uniche persone a parlargli e portargli da mangiare durante i giorni della prigionia.