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- Francesco Belsito, ex tesoriere della Lega Nord, arrestato oggi nell'ambito dell'inchiesta sull' utilizzo dei fondi del Carroccio, è considerato vicino alla famiglia dell'ex segretario federale Umberto Bossi, anch'egli coinvolto nelle indagini venute alla luce ormai più di un anno fa.


Belsito è nato nel 1971 a Genova, dove risiede, ed è stato una figura controversa nella Lega in cui era entrato nel 2002 e dalla quale è stato espulso proprio dopo lo scandalo costato la leadership al Senatur. Simbolo di una gestione allegra dei soldi del partito - come appunto gli investimenti in Tanzania e nei diamanti mostrati da Roberto Maroni a Pontida, tre settimane fa, come 'risarcimento' ai militanti -, diventò tesoriere nel 2009, con la fiducia di Bossi: Belsito è stato anche sottosegretario alla Semplificazione normativa con il ministro Roberto Calderoli, nonché consigliere d'amministrazione di Fincantieri.
 


Prima di diventare leghista, l'ex segretario amministrativo di via Bellerio era stato uomo di Forza Italia in Liguria, dove aveva 'iniziato' come autista-collaboratore dell'ex ministro della Giustizia, Alfredo Biondi. Belsito è stato al centro di polemiche anche per le sue due lauree prese all'estero e per aver posteggiato, una volta, la sua Porsche Cayenne in spazi riservati alle forze dell'ordine. Poi sono arrivate le grane giudiziarie, che hanno innescato un ricambio storico ai vertici del Carroccio.
 


A partire dal caso, appunto, dell'investimento di circa 7 milioni di euro di rimborsi elettorali del partito in fondi all'estero, in particolare in Tanzania, a Cipro e in Norvegia. Episodio che proiettò Belsito sotto i riflettori come uomo del "cerchio magico" vicino a Bossi (che lo ha difeso in passato come "un buon amministratore", che secondo i magistrati avrebbe garantito l'utilizzo dei fondi anche da parte della famiglia di Gemonio), ma inviso ai "barbari sognanti" di Roberto Maroni, che proprio all'esplodere del caso Tanzania avevano apertamente contestato la gestione amministrativa del partito, fino all'espulsione dell'esponente ligure.