salute e medicina

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Morì a 72 anni a seguito di un un intervento di protesi al ginocchio presso una clinica piemontese. Vittima una donna genovese residente nella delegazione di Rivarolo. 

In realtà, la vera causa, dimostrata a seguito di un iter giudiziario prolungato per quasi sei anni, ha determinato come la morte sia stata causata da un'emorragia manifestata durante l'intervento che aveva richiesto trasfusioni di sangue applicate però in modo non tempestivo per l'assenza presso la struttura delle sacche medesime.


In particolare, il sangue per le trasfusioni veniva reperito presso un'altra struttura, ed infuso solo dopo tre ore dalla fine dell'intervento, periodo durante il quale - secondo quanto emerso sia dall'esame autoptico effettuato per incarico della Procura della Repubblica, sia durante la perizia svolta nel corso del giudizio - non fu posta in essere alcuna terapia di sopporto e nessun monitoraggio clinico.
 

I legali Matteo Tamagno e Francesco Misurale hanno chiesto il risarcimento del danno in favore delle due figlie e dei due nipoti, all'epoca minorenni. Il Tribunale di Alessandria oggi ha accolto la domanda - sul presupposto della responsabilità sanitaria della struttura e del personale addetto - condannando la clinica a un risarcimennto di circa complessivi 440 mila euro. 
 

"La sentenza risulta significativa poichè ha riconosciuto il risarcimento anche in favore dei nipoti. La nostra esperienza in materia di responsabilità sanitaria ci induce a ritenere condivisibile l'orientamento giurisprudenziale che tende a personalizzare il danno, come è accaduto nella fattispecie, in relazione alla reale consistenza del vincolo familiare ed alla gravità del fatto generatore della perdita del congiunto. Sulla quantificazione dello stesso ci riserviamo peraltro una più approfondita valutazione" spiegano i legali.