cronaca

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Francesco Schettino ha chiesto di fare una perizia su un campione di acciaio dello scafo della nave Costa Concordia. Motivo, verificare se sia stato impiegato materiale corretto per la costruzione del transatlantico. E' quanto si apprende dalle richieste della difesa del comandante fatte al gup Pietro Molino per ottenere nuove perizie integrative dell'incidente probatorio già svolto. La difesa di Schettino ha spiegato di aver formulato anche questa richiesta, tra le altre, perché l'incidente probatorio di ottobre scorso si limitò a valutare la corretta realizzazione della nave esaminando solo le certificazioni, senza, invece, svolgere anche delle prove empiriche, né raccogliendo campioni di materiali dal relitto. Inoltre, a convincere i legali di Schettino ad approfondire la questione sulle modalità e i materiali di costruzione della Costa Concordia, ci sono state anche alcune intercettazioni telefoniche tra dirigenti della Costa in cui si sente parlare proprio dei controlli dell'organismo Rina e di Fincantieri.


Così oggi, su questo e altri punti, il gup scioglierà la riserva, cioé dirà sì o no alle nuove perizie chieste da Schettino, tra cui anche il funzionamento delle porte stagne, delle pompe di sentina, del generatore di emergenza, oppure su quanta influenza ebbe sull'impatto contro gli scogli del Giglio la manovra sbagliata dal timoniere che non capì gli ordini. Sempre oggi la difesa di Schettino dirà se vorrà avvalersi del rito abbreviato o se invece si rimetterà alla decisione del gup, andando verso un processo ordinario, cosa finora ribadita come prima scelta nella strategia difensiva.