Le imprese genovesi stanno attraversando un duro periodo di crisi. Bastano pochi dati per aver la dimensione del problema: dal 2009 ad oggi si stima che il calo complessivo del fatturato delle piccole e medie imprese in Liguria sia stato superiore al 55%, mentre la riduzione del personale dipendente ha superato il 35% rispetto al periodo pre-crisi. La cassa integrazione ha a sua volta raggiunto un livello pari al 400% del periodo antecedente al 2009. Ogni anno in provincia di Genova quasi 2000 imprese artigiane vengono chiuse e cancellate dall’Albo della Camera di Commercio.
Occorre tenere particolarmente presente che alla crisi economica si accompagna una forte difficoltà finanziaria causata dal generale ritardo nei pagamenti (ad iniziare da quelli della Pubblica Amministrazione) e dalla contrazione del credito operata dal sistema bancario.
Bisogna qui ricordare l’impegno ufficiale del Governo a rivedere la TARES accorpandola con l’IMU, procedendo a riduzioni dell’onere a carico sia dei cittadini sia delle imprese. Il Governo ha altresì dichiarato di voler comunicare ai Comuni entro il mese di agosto gli indirizzi principali della riforma.
Va detto inoltre che l’importo della TARES è determinato dalla copertura di tutti i costi del servizio raccolta rifiuti, della pulizia e dell’igiene urbana (oltre ai costi dell’illuminazione pubblica e della manutenzione delle strade).
Il costo del servizio gestito dall’Amiu è notevolmente elevato per le attività artigianali e le piccole imprese di produzione (come ha riconosciuto verbalmente negli incontri dall’Ad dell’Amiu), che per altro ne usufruiscono in misura notevolmente inferiore a quello di altre categorie e producono minore quantità di rifiuti.
ACCONTO SULLA TARES PROPOSTO DALLA GIUNTA COMUNALE
- L’ipotesi della Giunta è quella di un acconto pari a circa l’84% della vecchia Tia (10/12 rispetto al 2012), da suddividersi in tre rate a partire da luglio. Nel mese di dicembre, dopo aver preso conoscenza dell’eventuale riforma del governo, si procederà con la rata di conguaglio.
- Per ammissione dei tecnici comunali e degli assessori competenti, non sussiste nessun obbligo di legge di procedere con un acconto, ma la misura sarebbe resa indispensabile dalla situazione delle finanze comunali e dalla difficoltà finanziarie dell’Amiu.
IL METODO DELLA GIUNTA
- Dobbiamo purtroppo esprimere un dissenso nei confronti del metodo della Giunta comunale e degli atteggiamenti di alcuni amministratori civici.
- La comunicazione alle categorie economiche dell’esigenza di procedere agli acconti, benché nota alla Giunta da molti mesi (come ha dichiarato l’Ad dell’Amiu dott. D’Alema), è avvenuta solo il 28 maggio u.s.; poi si è richiesto un ulteriore incontro urgente il 31 maggio u.s. per informare dell’esigenza di ottenere un voto del Consiglio Comunale entro il 4 giugno c.a.
- Nell’incontro del 31 maggio u.s. ci è stata comunicata la sola novità di una rateizzazione dell’acconto dell’84% in tre rate invece che in due, mentre è stata drasticamente rifiutata la richiesta delle categorie di potersi confrontare coi propri organi dirigenti e di formulare un parere definitivo entro la mattinata del 3 giugno c.a.
- L’Assessore al Bilancio in particolare ha affermato che era inutile da parte delle categorie chiedere ulteriore tempo, in quanto quella prospettata era l’unica soluzione possibile, che si doveva accettare senza ulteriore discussione, anche perché sicuramente sostenuta dalla maggioranza del Consiglio comunale.
- Cna è sensibile alle attuali difficoltà di bilancio in cui versano gli enti locali e si è sempre resa disponibile ad un confronto con atteggiamento realistico e responsabile, ma ritiene inaccettabile che le questioni di finanza comunale vengano poste in termini ultimativi e senza spazio per un dialogo costruttivo e per eventuali controproposte.
- La nostra convinzione è quella che tanto i gravi problemi della crisi economica che colpiscono le imprese quanto le difficoltà finanziarie degli enti locali possono essere affrontati congiuntamente tra categorie e pubbliche amministrazioni, con il contributo di tutti i soggetti sociali.
LE PROPOSTE DI CNA GENOVA
- In questo quadro di incertezza, tenuto conto delle gravi difficoltà economio-finanziarie in cui si trova il tessuto produttivo genovese (specie le piccole imprese, che da sole rappresentano oltre il 92% delle imprese della provincia di Genova), la scelta migliore sarebbe quella di non procedere a nessuna richiesta di acconto o di altro pagamento della TARES fino al momento in cui saranno resi noti in modo preciso gli indirizzi del Governo, comportandosi così in maniera analoga a quanto si è fatto per l’IMU prima casa.
- Preso atto della necessità da parte della Giunta e del Consiglio comunale di procedere all’applicazione di un acconto per coprire i costi di funzionamento dell’Amiu, si propone di ridurre l’entità totale dell’acconto a non oltre del 73% della vecchia Tia (9/12 rispetto al 2012). In questo modo si coprirebbe il costo del servizio Amiu fino a tutto il mese di settembre, in attesa della decisione del Governo sulla riforma della Tares e al suo eventuale accorpamento con l’IMU prevista per il mese di agosto.
- Va confermata la distribuzione dell’acconto in tre rate (luglio, settembre e ottobre).
- Dal momento che l’importo complessivo della TARES è rappresentato dalla copertura di tutti i costi del servizio raccolta rifiuti, della pulizia e dell’igiene urbana, si chiede un riesame della struttura dei costi dell’Amiu al fine di verificare la possibilità di ulteriori riduzioni e di maggiori ricavi propri, soprattutto rafforzando la raccolta differenziata e tenendo conto delle imprese che già la esercitano per obblighi di legge.
- Tale riesame si propone venga effettuato da una commissione mista tecnici-amministratori, alla quale dovranno partecipare anche i rappresentanti delle categorie imprenditoriali.
- In prospettiva dell’applicazione della TARES occorre riequilibrare l’onere complessivo attualmente caricato sulle attività economiche (oltre il 50% del totale del costo del servizio), riducendolo in maniera consistente, anche in considerazione dell’effettiva produzione di rifiuti o esigenza di servizi.
- Attivare da subito alcune esenzioni e riduzioni della TARES per le categorie più in difficoltà e che producono minor rifiuto e fanno raccolta differenziata.
- Ci attendiamo naturalmente di essere coinvolti nella futura discussione sul nuovo regolamento per la TARES o per la nuova imposta formulata dal Governo.
economia
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