politica

1 minuto e 36 secondi di lettura
"Quando le questioni sono molte e di rilievo il criterio per decidere è quello di ascoltare la sofferenza della gente: non si tratta di dimenticare qualcosa ma di non lasciare per strada i più deboli. Nessuno deve sentirai fallito e arrendersi davanti alla vita". Lo ha detto l'arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco nell'omelia al santuario di Nostra Signora della Guardia, in occasione del pellegrinaggio del mondo del lavoro.

"Sentirsi fallito, di fronte alla propria famiglia, ai figli, a se stesso, alla società - ha detto ancora il cardinale Bagnasco - e gettare la spugna tragicamente non è possibile: nessuna società deve permetterlo". Il lavoro "brucia nella carne della gente", ha detto ripetendo  il concetto già espresso nella recente assemblea dei Vescovi italiani.

Smettere con "lo spirito di contrapposizione, di criticarci vicendevolmente e di porre veti incrociati, di sospettarci a vicenda come se il dovere di ciascuno fosse quello di pensar male delle intenzioni altrui. Tutto ciò uccide la fiducia e lo sviluppo personale e sociale". Il cardinale ha quindi aggiunto che 'è  l'ora di smettere di attribuirci il merito di ogni idea buona, di ogni opera riuscita. La vanità infantile di emergere sugli altri e apparire i migliori della città porta a non riconoscere le idee e le capacità degli altri, a non collaborare, a trovare ogni appiglio per bloccare ogni possibile prospettiva. E' l'ora di smettere di impuntarci per far vedere chi siamo e che contiamo. Nessuno, per affermare il proprio potere, deve fermare o rallentare i progetti per il bene comune. Anche le leggi e le normative devono essere applicate con buon senso'. '

"A chi giova - ha concluso - infangare tutto e tutti, come se dietro ad ogni angolo si nascondesse il peggio? Chi semina vento raccoglierà tempesta e questa non risparmiera' nessuno".