
Tra il 2008 e il 2012 il dato lievita fino a 19000 posti di lavoro persi in Liguria a causa della crisi economica, di cui 9.000 a Genova. Nella provincia del capoluogo ligure un cittadino su quattro è a rischio povertà vivendo sotto la soglia di 600 euro al mese, e sono oltre 200.000 le persone a rischio indigenza: circa la metà (103.000) vivono in famiglie che non superano i 950 euro mensili, 60.000 sono in una situazione di grave deprivazione materiale (non riescono a pagare affitti, mutui o spese mediche), 42.000 risultano senza alcun reddito.
Secondo i dati della Cgil, la crisi fa emigrare i genovesi e persino gli immigrati: per la prima volta, il report registra una contrazione nelle presenze degli immigrati stranieri residenti, che nel 2012 'perdono' 7.000 unità rispetto all'anno precedente. Dall'inizio della crisi (2008) la provincia di Genova ha bruciato un miliardo di euro dei 22 che compongono il valore complessivo della ricchezza del capoluogo, confermando la pesante recessione ancora in atto.
Sempre più italiani non hanno i soldi per fare una vacanza, gli arrivi degli stranieri non compensano il calo: l'allarme sui settori economici arriva dal turismo che nell'anno passato ha subito una contrazione del 5 per cento in Provincia di Genova. Luci e ombre anche per il porto di Genova: a fronte di una buona tenuta nelle merci (record di 2 milioni di Teu nel 2012), si assiste ad un negativo andamento del traffico passeggeri e ad un vero e proprio collasso nei traghetti con -14.7 per cento. "Il tasso di disoccupazione in Provincia di Genova va ben oltre quello ufficiale del 7.76% - ha denunciato il responsabile dell'Ufficio Economico Cgil Liguria, Bruno Spagnoletti - e i genovesi disoccupati risultano essere 61.000 con un tasso di disoccupazione reale del 14%". "Ci sono sempre più criticità dal punto di vista demografico - ha aggiunto - Genova è una città sempre più vecchia, dove ci sono 300.000 pensionati, pari al 34,4% della popolazione, e si distribuiscono 432.000 pensioni, quasi una pensione ogni due residenti".
IL COMMENTO
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