
Il sindaco di Roma Ignazio Marino, che ha avuto un'audizione a Palazzo Chigi su questo tema, ha dichiarato che "Come sindaco di Roma ho avuto l'opportunità di essere ascoltato in consiglio dei ministri in relazione al disegno di legge sulla formazione delle città metropolitane che il governo sta discutendo. Nella sostanza sono d'accordo sull'impianto della legge ma i termini di eventuale adesione a Roma Capitale di tutti comuni, data la complessità della provincia di Roma, devono essere meglio precisati".
"Così com'è scritta la legge in questo momento - spiega Marino - un comune può aderire solo se confinante con altri comuni che hanno già aderito. Ci sarebbero dei comuni, ad esempio Bracciano, che non potrebbero aderire se non l'hanno già fatto Anguillara e Fiumicino. Questo evidentemente è legato alla complessità geografica del nostro territorio che secondo me un punto che va chiarito nella legge". Il sindaco ha chiesto anche che la data fissata per l'adesione sia "dinamica". "I comuni - spiega - dovranno aderire alla città metropolitana entro il 28 febbraio 2014. Ma questa data deve essere un termine dinamico per permettere ai comuni più lontani e non confinanti di avere tempo a disposizione per l'adesione".
Il ministro per gli Affari Regionali, Graziano Delrio, a Palazzo Chigi chiarisce che, con il Ddl approvato oggi dal Consiglio dei ministri, si avranno "due livelli territoriali, Regioni e Comuni e in mezzo l'organizzazione delle aree vaste, le città metropolitane" affermando che questa è "una riforma che si attende da 30 anni e che vedrà le citta' metropolitane con funzioni strategiche". "Nelle città metropolitane vive quasi un terzo della popolazione italiana. La riforma metropolitana può dare competitività al Paese", ha aggiunto Delrio. Le Province e le città metropolitane, con la riforma, sono enti di area vasta di secondo livello. "Si azzera tutta una classe intermedia politica ma non crediamo si azzeri cosi' la democrazia", ha chiarito Delrio, il quale ha aggiunto che si partirà subito con un programma per individuare 3 mila enti intermedi che andranno soppressi o ridotti.
IL COMMENTO
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