politica

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Si scrive aumento dell’Iva, si legge decadenza dal seggio di senatore. Nel nome di un presunto tradimento del programma di governo, Berlusconi sceglie la strada più irresponsabile, quella di aprire la crisi dell'esecutivo, nel disperato tentativo di impedire che la giunta per le elezioni di Palazzo Madama lo estrometta dopo la condanna passata in giudicato per frode fiscale nel caso-Mediaset.
 
I parlamentari già avevano rimesso il mandato nelle sue mani e solo pochi minuti fa anche tutti i ministri del Pdl hanno annunciato, attraverso il vicepremier Alfano, di lasciare l’esecutivo. Una scelta irresponsabile, si diceva, perché getta il Paese nel buio di una situazione dalla quale non si sa come uscire e che potrebbe produrre l’ennesima tornata elettorale con quella schifezza di legge non a caso chiamata Porcellum. Berlusconi accusa Letta di aver ricattato il suo partito, ma era impensabile che il premier potesse sottostare allo scacco continuo di un Cavaliere che in testa sembra avere soltanto un salvacondotto per chiudere con un colpo di spugna tutte le sue vicende giudiziarie.

Ora i riflettori sono tutti puntati sul Colle. Giorgio Napolitano aveva fatto sapere di avere pronto un messaggio per il Parlamento in cui affronta lo spinoso caso dell’agibilità politica di Berlusconi. Ma precipitando le cose, il Cavaliere potrebbe averlo vanificato. In questo caso, il Quirinale che farà? Proverà a favorire una maggioranza alternativa che sostenga un Letta bis o si dimetterà, come aveva minacciato, sparigliando completamente i giochi?

Nell’attesa, l’economia arranca e il mondo ci guarda. Incredulo e stupito di fronte a tanta follia. In uno dei suoi molti assurdi passaggi, l’Italia era stata bollata da Gianni Agnelli come “il Paese dei fichi d’India”. Allora e ancor di più oggi, impossibile dar torto all’Avvocato.