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Il comune di Genova ha deciso di portare avanti il processo di parziale privatizzazione delle società partecipate.
 
Lo ha annunciato l’assessore al bilancio Franco Miceli che ha spiegato: “Resta l’ipotesi di privatizzazione, in questo senso: viene richiesto di redigere un piano industriale che assicuri uno sviluppo dell’azienda, anche in vista di nuove normativa, e che suggerisce i vincoli dell’”In house” e dei relativi vincoli, e che quindi può prevedere l’ingresso di un partner privato”.

Il comune ha individuato sei settori strategici per il 'Gruppo Comune': trasporti e mobilità (Amt SpA e Genova Parcheggi SpA), gas, acqua ed energia (Fsu Srl), patrimonio immobiliare (Spim SpA), ciclo dei rifiuti (Amiu SpA), manutenzioni (Aster SpA), e sviluppo economico (Fiera di Genova SpA, Filse SpA e Sviluppo Genova SpA).

La decisione ha scatenato le prime polemiche, anche all’interno della maggioranza: Antonio Bruno (FdS) accusa: “La riproposizione della politica sulle privatizzazioni di trasporto pubblico, gestione rifiuti, bagni e farmacie comunali da parte dell'amministrazione comunale di Genova e' una decisione sbagliata, contrapposta alla volonta' popolare della maggioranza dei genovesi che nel luglio 2011 avevano votato nei referendum contro la privatizzazione dei servizi pubblici”.

Duri anche i sindacati: Cgil, Cisl, Uil di Genova esprimono un giudizio fortemente critico: “Una scelta che ha il sapore dell’autoreferenzialità, un’accelerazione imposta che rischia di scaricare su lavoratori e cittadini le scelte sbagliate compiute in questi anni dall’amministrazione comunale”

“Noi siamo contrari a questo processo di privatizzazione di Amt – aggiunge Mauro Nolaschi della Faisa Cisal - perché non porterà benefici. Un privato se investe, poi vuole guadagnare: ci perderanno i lavoratori e il servizio per i cittadini”.