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L’ufficio di presidenza del Pdl “delibera la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, per convergere verso il rilancio di ‘Forza Italia’ già pubblicamente annunciato dal Presidente Berlusconi”. Un passo atteso, quello verso il ritorno e Forza Italia, che giunge dopo una giornata lunghissima per il Pdl, segnata dalla frattura sempre più plateale tra “lealisti” e “governativi”. Alla riunione dell’ufficio di presidenza, convocato da Silvio Berlusconi per serrare le file e decretare il ritorno a Forza Italia, non hanno partecipato Angelino Alfano e i “governativi” con lui schierati (come Carlo Giovanardi e Roberto Formigoni - ma anche Renato Schifani ha disertato la riunione, pur confermando il suo sì al ritorno a FI). Sono falliti i tentativi di mediazione in extremis tra le due componenti: i governativi hanno provato invano a ottenere un rinvio della riunione.

Il Cavaliere dunque va avanti. L’ufficio di presidenza, oltre a denunciare la persecuzione ai danni di Berlusconi e a manifestargli sostegno in vista del voto sulla decadenza da senatore, gli affida il “pieno mandato politico e giuridico per attivare le necessarie procedure” per il ritorno a Forza Italia. Un mandato che Berlusconi assume lanciando segnali di disgelo ad Alfano e ai governativi: il vicepremier, dice il Cavaliere, gode della sua stima e potrebbe ancora diventare il suo successore. Anche se tutte le cariche Pdl sono azzerate, compresa quella del segretario Alfano. Berlusconi esprime fiducia nella possibilità di proseguire “tutti insieme” in Forza Italia e rimarca che le decisioni odierne sono state assunte all'unanimità dai presenti. Quanto al governo Letta, resta il sostegno, purché mantenga i patti, a cominciare da quelli sull’economia (ma nel documento dell’ufficio di presidenza si sottolinea anche l’imprescindibilità della riforma della giustizia).