cronaca

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Il 93% di coloro che hanno risposto non sa quali programmi della Rai sono pagati con il canone e solo il 2,5% dice di averne consapevolezza. Inoltre, l'81,5% dei "consultati" ritiene che la televisione pubblica non dovrebbe beneficiare, contemporaneamente, del canone e degli introiti pubblicitari.

I dati li ha resi noti il senatore ligure Maurizio Rossi durante l'audizione, in Commissione di Vigilanza, del presidente di Viale Mazzini, Anna Maria Tarantola, e del direttore generale Luigi Gubitosi.

Quelle cifre arrivano dal sito internet  cambiamolarai.it promosso proprio dal parlamentare, che durante l'audizione li ha riferiti ai vertici della Rai, sottolineando anche altri aspetti. In particolare due: una lettera all'Italia arrivata dall'European broadcasting union e l'annosa questione del canone.

Sul primo punto, Rossi ha incalzato: " Come l'Europa si preoccupa dei dati economici italiani, così l'Ebu, l'associazione europea delle tv di Stato sembra preoccupata del modo di interpretare il servizio pubblico televisivo nel nostro Paese, che mette in pericolo, per come utilizza il canone e per i programmi che produce, l'intero sistema televisivo europeo".

Sottolineando come persino la britannica BBC stia rischiando di perdere il canone "a causa del suo modo di procedere", Rossi ha anche chiesto che in vista della scadenza, nel 2016, della convenzione Stato-Rai "si possano avere cifre precise su quali programmi vengano pagati con il canone e quali con la pubblicità e, inoltre, le cifre relative al fatturato pubblicitario di ogni tv dei Paesi europei". L'obiettivo dichiarato da Rossi è un riequilibrio complessivo del sistema informativo, "affinché la Rai non assorba le risorse pubbliche, consentendo alle decine di migliaia di dipendenti delle altre aziende editoriali, siano esse televisive, di carta stampata o web, di avere un futuro. Il diritto al lavoro va rispettato per tutti, non solo per i dipendenti della Rai. Senza contare - è stata la conclusione del parlamentare ligure - che la libertà dell'informazione vive grazie alla pluralità dell'informazione".
 
E sulla base di queste considerazioni Rossi ha chiesto a Tarantola e Gubitosi di "avere il coraggio di accettare di parlare di privatizzazione, totale o parziale, della Rai" .