cronaca

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 Bartolomeo Gagliano, 55 anni e un lungo curriculum malavitoso: l'uomo originario di Nicosia, ma cresciuto a Savona, ha commesso il suo primo omicidio nel 1981. La vittima è una prostituta, Paolina Fedi, che minacciava di rivelare tutti i dettagli della loro relazione alla sua promessa sposa: Gagliano l'ha uccisa spaccandole la testa con una pietra e la abbandonò al bordo della strada, fu condannato a 10 anni di carcere e gli fu riconosciuta l'incapacità di intendere e volere.

Due anni dopo riuscì a godere di una licenza premio e, in quell'occasione, sequestrò un'intera famiglia, poi un tassista e dopo ancora un'altra famiglia: si arrese, successivamente, alla polizia e fu internato in un ospedale psichiatrico dove conobbe Francesco Sedda. Nel nosocomio, i due stipularono un vero e proprio patto criminale, da qui il nome di "compagni di sangue" : i malviventi riuscirono a evadere dall'ospedale l'11 gennaio 1989.

La malata battaglia del duo si tradusse in 3 vittime: il primo è Nahir Rodriguez, un transessuale uruguayano. Il 14 febbraio, giorno di San Valentino, toccò a Francesco Panizzi, tossicodipendente di 34 anni conosciuto nell'ambiente come "Vanessa". La loro ultima vittima è Laura Baldi, prostituta: l'intenzione è quella di uccidere, ma la donna riuscì a sopravvivere. Questa volta, però, c'è un testimone, uno studente che descrive l'aggressore come un uomo alto 1,70 con i capelli ricci e neri. Comun denominatore di queste vittime, la "firma" di Gagliano: un colpo di pistola alla bocca.  Verso la fine del mese, Gagliano venne fermato a un posto di blocco e nuovamente arrestato.

Sedda venne arrestato pochi giorni dopo e i due vennero nuovamente internati, incredibilmente nella stessa cella. Il complice morì nel 1994, ma Gagliano riuscì a scappare più di una volta: l'uomo fu bloccato mentre aveva addosso degli esplosivi e dopo aver ferito una donna durante un rapporto sessuale.

Agli inizi del 2005 Gagliano si specializza nelle rapine: quattro, in totale, tra supermercati e sportelli postali. Il malvivente venne arrestato e condannato a più di 3 anni di carcere, ma venne rilasciato nel 2006 grazie all'indulto. La libertà di Gagliano durò una sola settimana, poichè venne nuovamente incarcerato con l'accusa di estorsione: insieme a un complice, aveva sottratto 2mila euro a un imprenditore savonese con la scusa di proteggerlo e per "evitare guai"