economia

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A causa dei ritardi dei pagamenti di Stato, Regione, Comuni e Asl le imprese liguri hanno subito nel 2013 un extracosto di 45 milioni di euro. Lo comunica Confartigianato Liguria specificando che l'extracosto "è dovuto alla necessità di chiedere prestiti in banca per finanziare la carenza di liquidità derivante dalle fatture non saldate". A tutto questo "si sommano la rinuncia a effettuare investimenti, il ritardo di pagamenti verso i propri fornitori e di stipendi ai dipendenti, la necessità di chiedere finanziamenti bancari per sopravvivere, le penali per il ritardo nel pagamento di imposte e contributi".


"La situazione è grave - ha detto il presidente regionale di Confartigianato Giancarlo Grasso -. Nonostante il decreto sblocca-debiti, le imprese continuano a soffrire e 30 giorni di attesa dal pagamento dei crediti vantati verso gli enti pubblici restano un miraggio". Lo scenario ligure "è drammatico, anche se non appare tra i peggiori nel panorama italiano: ma quel salasso di 45 milioni imposto alle aziende per attendere i pagamenti della pubblica amministrazione vale lo 0,10 del Pil nazionale" In Liguria 2.714 imprese hanno la Pubblica amministrazione tra i clienti più significativi e quindi "soffrono maggiormente i ritardi dei pagamenti": 1.541 sono a Genova, 399 a Imperia, 241 alla Spezia e 534 a Savona. "Molte imprese soffrono la crisi - ha concluso Grasso -, ma chi lavora per la pubblica amministrazione paga anche lo scotto di ritardi che rischiano di mettere in ginocchio decine di aziende e di far perdere migliaia di posti di lavoro".


Così Luca Costi, Confartigianato Liguria, a Primocanale: "Le conseguenze di tutto questo ci sono già: molte imprese faticano vistosamente in un effetto domino. In molti sono al collasso. Nel sistema sanitario la situazione in Liguria su questo fronte è tra le peggiori. I ritrardi nei pagamenti arrivano a essere doppi rispetto a quelli di altri paesi".