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"Nessun dirigente, neanche il più alto in grado, deve guadagnare più di dieci volte l'ammontare del salario minino". Una proposta di legge che tenga conto di questo concetto è stata presentata dal deputato del Pd Lorenzo Basso.

"Mentre continua il dibattito-scontro fra Moretti, amministratore delegato di FS, e il premier Renzi sul tetto ai manager pubblici, continuano ad esserci centinaia di altri casi di retribuzioni 'fuori mercato' che riguardano sia le grandi (e piccole) aziende pubbliche sia i massimi livelli dirigenziali della Pubblica Amministrazione. E la sfida dell'equità non si potrebbe dire vinta neanche fissando, solo, un tetto massimo", afferma Basso.

"Bisogna restituire equilibrio al rapporto fra gli stipendi più alti e quelli più bassi di ogni amministrazione e di ogni società partecipata. Basti pensare che vi sono casi - e non pochi - in cui il top manager guadagna in un giorno più di quanto un impiegato dell'azienda da lui guidata riceve in un anno. Per questo ho presentato una Proposta di Legge per l'introduzione di quella regola, molto nota ma mai introdotta, conosciuta come 'regola Olivetti' nessun dipendente pubblico deve prendere uno stipendio, tutto compreso, più alto di dieci volte rispetto a quello minimo, in modo che nessuno possa guadagnare in un mese quasi quanto un collega meno pagato riceve in anno. Non è solo una questione di equità ma una regola virtuosa che potrebbe ridare orgoglio e senso di appartenenza a quanti lavorano nel pubblico, riportando una diffusione del benessere e un clima di socialità e armonia", sottolinea Basso.

Nella Proposta di Legge si introduce inoltre il tetto massimo onnicomprensivo, già annunciato come obiettivo dal presidente del Consiglio, che "nessun dipendente pubblico guadagni più del del Capo dello Stato. Come regola universale per tutti coloro che sono a carico delle finanze pubbliche: politici, dirigenti, manager delle società partecipate".