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Trentotto morti a Odessa, almeno dodici a Sloviansk, roccaforte della rivolta separatista filorussa, numerosi feriti e due elicotteri abbattuti: è il bollettino provvisorio della guerra civile in Ucraina, combattuta nel russofono sud-est, dove Kiev ha rilanciato la sua offensiva militare, ma anche sul Mar Nero tra secessionisti e filo Kiev.


Una strage, quella di Odessa, che ha scatenato l'ira di Mosca che, "indignata" per "i crimini commessi", ha chiesto "a Kiev e ai suoi sostenitori occidentali" di "assumersi le loro responsabilità". Trentotto persone sono morte in un incendio dopo gli scontri a Odessa, riferiscono fonti ufficiali. Il ministero dell'interno ucraino ha precisato che "in margine agli scontri (tra filorussi enazionalisti), è scoppiato un incendio di origine dolosa" allaCasa dei sindacati. "Trentotto persone sono morte, 30 per soffocamento e otto perché sono saltate dalla finestra", ha aggiunto.


Ma tutto l'est dell'Ucraina è in fiamme: almeno una dozzina di morti accertati, numerosi feriti, due elicotteri abbattuti sono il bilancio della guerra civile combattuta nel russofono sud-est ucraino, dove Kiev ha rilanciato la sua offensiva militare a Sloviansk, roccaforte della rivolta separatista filorussa. Il blitz dell'esercito ucraino rischia mettere una pietra definitiva sopra gli accordi di Ginevra, secondo Mosca, che ha chiesto un intervento dell'Osce e una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell'Onu contro quella che considera una "operazione punitiva" e "criminale", rilanciando anche l'ultimatum sul gas a Kiev per la fine di maggio. Dagli Usa, intanto, Obama e Merkel ammoniscono che l'Occidente è pronto a far scattare contro la Russia la fase 3 delle sanzioni, quelle settoriali, in particolare se saranno ostacolate le prossime presidenziali del 25 maggio.