cronaca

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Un teatro è silenzioso, un luogo irreale quando le porte rimangono chiuse al pubblico. Ed è quello che potrebbe accadere venerdì 9 maggio, giorno della prima della Carmen, al Carlo Felice. Eppure, all'interno dello storico teatro di Genova, il più antico d'Italia, c'è tutto tranne che silenzio in questi giorni di sciopero. "Sono comprensibili ma irricevibili le proposte dei sindacati del teatro Carlo Felice di presentare un addendum al piano di risanamento, che modifichi in modo unilaterale le poste in modo di aumentare le entrate previste nei prossimi anni, così da far finta che non c'è bisogno di esuberi o di trasferimenti ad Ales, non è accettabile", il commento del sindaco Marco Doria.

Dall'altra parte ci sono i sindacati: “Il sindaco non ci ha dato alcuna rassicurazione e soprattutto non ha ritirato gli esuberi. E’ impossibile accettare un piano industriale con 36 esuberi”. Ma Doria ribadisce la sua contrarietà quando sottolinea in una lettera aperta quanto l'amministrazione del teatro abbia tentato il confronto. "Incomprensibile quando l’amministrazione si è dichiarata disponibile senza pregiudiziali su un piano di salvezza". Cosa succederà venerdì sera? "La prima? - tuonano i sindacati - Per noi non ci sarà. Non è possibile non dare un segnale". Una presa di posizione molto chiara. Quasi in tema con la Carmen "negata" al pubblico genovese. Perchè come diceva lei, la Carmen di Bizet: "Giammai Carmen cederà! Libera è nata e libera morirà".