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"Finalmente un presidente del Consiglio che immagina una Rai non asservita ai partiti ma che deve operare nell'interesse dei cittadini". Lo ha detto il senatore di Liguria Civica e membro della Commissione di Vigilanza Rai Maurizio Rossi, riferendosi a quanto detto ieri da Matteo Renzi nella sua intervista a Ballaro' e nei suoi tweet di questa mattina.


"Ridurre i costi dell'azienda radiotelevisiva pubblica e' un gesto responsabile in questa fase di spending review, ma e' anche un gesto in linea con le tendenze del mercato. I gruppi editoriali - ha spiegato Rossi - hanno tagliato in questi anni di crisi il 20% dei loro costi. Un taglio di 150 milioni per la Rai rappresenta solo il 6% dei ricavi. Viale Mazzini potrebbe addirittura fare di piu'. E si dovra' di certo fare di piu' dal 2016, quando scadra' la convenzione Stato Rai e si dovra' passare da bando per l'assegnazione per la nuova convenzione".


"Per questo motivo ho deciso di ripresentare in Commissione Bilancio sottoforma di emendamenti al decreto Irpef le mie proposte di riduzione di spesa per la Rai. Tra queste - ha concluso Rossi - ci sono l'accorpamento delle sedi regionali in macro sedi da minimo 5 milioni di abitanti, la riduzione delle testate giornalistiche da 13 a 3 dei canali digitali da 17 a 5. Cambiamenti che sono in linea con quanto e' usuale in tutte le societa' che gestiscono gli altri servizi pubblici nel resto d'Europa".


"Niente paura. Il futuro arriverà anche alla Rai. Senza ordini dei partiti. #cambiaverso #italiariparte". È quanto ha scritto su Twitter, nella notte, il presidente del Consiglio Matteo Renzi dopo lo scontro avuto sui tagli per 150 milioni alla Rai previsti dal decreto Irpef, con il conduttore di Ballarò, Giovanni Floris, nella puntata di ieri.


"Tocca anche a voi fare sacrifici. La Rai non è né dei conduttori televisivi né dei sindacalisti dell'Usigrai" aveva detto il  presidente del Consiglio in trasmissione: "Io non ho mai incontrato né il presidente della Rai, né l'amministratore delegato. Voglio che sia di tutti e non dei partiti, perciò non metterò mai bocca su palinsesti, conduttori e direttori, ma anche la Rai deve fare la sua parte in questa operazione di ridistribuzione".