cronaca

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"C'erano svariati "amici" desiderosi di aiutare Amedeo Matacena in modo che "non fosse sottoposto all'esecuzione della grave pena che era stata comminata".

E' quanto rileva il giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria, Olga Tarzia, nell'ordinanza di custodia cautelare che ha portato all'arresto di Claudio Scajola e di altre sette persone.

Durante le indagini sono state intercettate "svariate conversazioni tra Chiara Rizzo, Claudio Scajola, una collaboratrice dello stesso ed altri personaggi comunque legati a Matacena che erano desiderosi di aiutarlo. Si tratta di personaggi di indubbio spessore e altri soggetti vicini a Matacena direttamente oppure a Scajola".

Intanto un gruppo di consulenti informatici saranno a lavoro dalla prossima settimana sui computer, telefoni cellulari e tablet sequestrati a Claudio Scajol
a e ad altre persone coinvolte nell'inchiesta della Dda di Reggio Calabria sulla latitanza di Amedeo Matacena. Il lavoro consisterà principalmente nel riportare alla luce tutti i file cancellati che potrebbe avere rilevanza nell'ambito delle indagini. Saranno scandagliate le memorie del computer e dei tablet ma si analizzeranno anche i messaggi di posta elettronica eliminati.

Intanto Scajola ha nominato proprio difensore di fiducia il senatore del Nuovo Centrodestra, Nico D'Ascola.