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"Noi insistiamo - ha detto il segretario Cgil Susanna Camusso - perché le vertenze si fanno così. E' grave sostenere che lo sciopero è umiliante. Qualunque controparte dovrebbe sapere che lo sciopero è una cosa normale. Se cambiano le cose, siamo pronti a discutere, ma si deve dire che il decreto non si fa così e che si apre un confronto. Questo dl mette a rischio la Rai nella dimensione di servizio pubblico e come grande impresa del paese. La vendita di Taiwan determina la perdita delle condizioni di sicurezza e capacità competitiva".
"Il premier - rincara il segretario Uil, Luigi Angeletti - è bravissimo a fare le caricature masi comporta come un pessimo amministratore delegato dell'azienda pubblica Rai. Ha fatto bene a dire che è dei cittadini, lui dovrebbe per questo amministrarla ma è il peggiore amministratore". Il segretario Cisl Raffaele Bonanni non è invece presente alla conferenza stampa dei sindacati sullo sciopero indetto per l'11 giugno dai lavoratori Rai contro il decreto Irpef.
"Questo sciopero è un errore perché la Rai fa parte di un sistema, è stato chiesto un sacrificio e lo si farà. Così il dg Gubitosi sull'annunciato sciopero contro i tagli per 150mln previsti per il servizio pubblico. E insistendo per un ringiovanimento, chiede una mano all' azionista per cambiare regole che attualmente "ci equiparano a una Asl anziché a un'azienda".
Intanto, nel pomeriggio, è arrivato il via libera all’articolo del decreto legge Irpef che prevede tagli ai fondi della Rai per 150 milioni di euro. Le Commissioni Bilancio e Finanze del Senato hanno approvato un emendamento che riscrive l’articolo 21 del provvedimento che conferma i tagli da 150 milioni salvando però i servizi regionali. Consentita anche la dismissione di quote di RaiWay e la possibilità di non mantenere Rai World.
IL COMMENTO
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