
Si tratta degli stessi dipendenti per i quali la Segesta aveva aperto nelle scorse settimane la procedura di licenziamento a seguito della presa di posizione della Asl che aveva chiesto di impiegare personale qualificato. "Abbiamo due ordini di problema per portare avanti la cassa in deroga. Il primo è che, ad oggi, la Regione non ha assunto alcun impegno scritto per i corsi di formazione che un domani possono consentire il reintegro dei 26 e dall'altro è necessario individuare al più presto come richiesto dalla Asl il nuovo soggetto che dovrebbe gestire la struttura, in modo da non avere delle ripercussioni sugli attuali ospiti dopo la chiusura del modulo 3 D", spiega Giovanni Oliveri della FP-Cisl.
IL COMMENTO
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