Cronaca

Altra pecca nelle indagini del '96 sottolineano l'importanza delle dichiarazioni in aula di due testi che nell'ultima udienza hanno raccontato di uno scroscio d'acqua sentito da vicina di casa prima dell'arrivo dei soccorsi
3 minuti e 1 secondo di lettura
di Michele Varì

La polizia scientifica nel 1996 non cercò il sangue nel sifone del bagno dello studio di Chiavari dove fu ammazzata Nada Cella: trent'anni fa infatti non c'era la prassi, ora obbligatoria per ogni tecnico incaricato di rilievi, di cercare tracce ematiche negli scarichi dei bagni, dei lavandini e nei filtri delle lavatrici.

Due testi: "Porzia sentì lungo scroscio d'acqua" 

Questa lacuna sottolinea ancora di più l'importanza di due testimonianze della scorsa udienza al processo per l'omicidio di Nada Cella davanti alla Corte di Assise in cui il figlio e un'amica di Porzia Cirigliano, la vicina di casa (ora deceduta) dello studio, hanno riferito che la donna aveva detto che prima dell'arrivo dei soccorsi nel bagno dello studio qualcuno utilizzò per alcuni minuti il lavandino, "avvertii uno lungo scroscio d'acqua" aveva detto Porzia Cirigliano all'amica e al figlio.

Nessuno cercò sangue nel sifone 

Dichiarazioni che potevano essere smontate da eventuali ricerche senza esito di sangue nel bagno, "voi affermate che qualcuno si lavò nel bagno, ma la scientifica allora non trovo riscontro di questo" avrebbero potuto dire sbandierando i referti ingialliti di allora i legali dei tre imputati, Anna Lucia Cecere, accusa del delitto, Marco Soracco e la mamma Marisa Bacchioni, imputati per favoreggiamento della donna.

Gli inquirenti dell'indagine bis hanno però accertato che i colleghi di allora non controllarono il sifone del bagno: in quel locale, a detta della ricostruzione del Pm Dotto, Anna Lucia Cecere dopo avere massacrato Nada con una grossa pinzatrice (trovata in un cassetto e usata dagli stessi poliziotti e sequestrata solo alla riapertura del caso nel 2021, altro errore di trent'anni fa) si era lavata le mani.

A pulire le tracce forse Marisa Bacchioni

A pulire il bagno sarebbe stata Marisa Bacchioni, che proprio nell'udienza in cui viene ribadito il suo coinvolgimento, però è stata sospesa dal processo grazie a un'istanza presentata dal suo legale Andrea Vernazza e una relazione medico legale in cui si evince che l'anziana, ora 93enne, in seguito ai postumi di una broncopolmonite ha subito una grave e repentina decadenza anche intellettiva per cui è in uno stato confusionale che le impedisce di partecipare al procedimento.

Dicevamo gli errori commessi nel 1996 in fase di rilievi della scientifica: a parte non avere circoscritto lo studio in modo tempestivo, altra lacuna fu di non avere cercato le impronte digitali sul telefono dello studio nonostante, è provato, nei minuti del delitto una cliente per due volte telefonò e si sentì rispondere da una donna che affermava che non era lo studio del commercialista, quella donna non poteva essere Nada Cella, ormai agonizzate sul pavimento. Ma per i pm era l'assassina, Anna Lucia Cecere. Nessuno però cercò le impronte digitali sul telefono.

L'errore più grande commesso dal pm

L'errore più grande, davvero inspiegabile, rimane quello del mancato coordinamento fra carabinieri e polizia da parte del Pm Filippo Gebbia tanto che gli agenti hanno appreso solo nel 2021 che i militari pochi giorni dopo il delitto avevano trovato in casa di Cecere bottoni uguali a quello rinvenuto sporco di sangue sotto il corpo di Nada. La posizione dell'imputata allora venne archiviata sbrigativamente in 5 giorni, senza neppure chiederle dove si trovava al momento del delitto. Oggi la donna, che vive a Boves, Cuneo, dice che quella mattina stava lavorando in un appartamento di Santa Margherita dove faceva le pulizie esibendo un regolare contratto di lavoro che lo attesta. Ma i riscontri alle sue parole, molto facili trovare nel '96, sono invece quasi impossibili da rintracciare ora, a ventinove anni dal delitto.

 

Iscriviti ai canali di Primocanale su WhatsAppFacebook e Telegram. Resta aggiornato sulle notizie da Genova e dalla Liguria anche sul profilo Instagram e sulla pagina Facebook

ARTICOLI CORRELATI

Giovedì 06 Marzo 2025

Nada Cella, mamma Soracco è fuori dal processo

La richiesta dell'avvocato Vernazza perchè la donna è anziana e in stato confusionale. In aula il focus sulle registrazioni anonime e sui reperti trovati in casa dell'indagata di cui carabinieri e pm non hanno detto mai nulla ai poliziotti titolari indagine