L'Italia del calcio alla resa dei conti. Quattro anni dopo il mondiale sudafricano, la storia si ripete: fuori dalla rassegna brasiliana ad opera di Costa Rica e Uruguay. Addio sogni, resta la dura realta' . Il disastroso epilogo della spedizione azzurra con tanto di dimissioni del ct Prandelli e del presidente federale Abete, apre una crisi profonda nel pallone nostrano. Arbitraggi, caldo e tutti gli alibi cercati in queste ore drammatiche non contano. Bisogna essere realisti e cambiare tecnico, Allegri, Mancini o Spalletti i nomi ci sono, non sposta la gravita' della situazione, in fondo quello della panchina è l'ultimo dei pensieri.
Stadi vuoti e fatiscenti, il virus del calciscommesse, stranieri quasi sempre scarsi pagati chissa' come che gonfiano rose pletoriche che arrivano a quaranta calciatori, presidenti spesso discutibili, bilanci in profondo rosso, risse per i diritti televisivi per una partita che porta agli unici introiti che arrivano ai club perchè il merchandising italiano non esiste e in pochi ci provano. E scusate: televisioni regionali che devono pagare migliaia di euro per trasmettere 3' di filmati che decidono altri, peraltro tutti uguali, senza autonomia neppure in relazione al proprio bacino. Un ricatto vergognoso a carico di aziende editoriali e soprattutto dei tifosi, del pubblico.
E poi la violenza: l'ultima finale di Coppa Italia ha portato ad una vittima, un'esecuzione per le strade di Roma con conseguente match tra Napoli e Fiorentina decisa da Genny "a carogna", in eurovisione. Peso "politico" internazionale pari a zero e Blatter, il padrone della Fifa in tribuna ieri, proprio all'epilogo azzurro è stata una provocazione, visto che nel 2006 decise di non consegnare la Coppa del Mondo vinta da Cannavaro e compagni. Si è goduto lo spettacolo col compiacente direttore di gara messicano. Ma è perfino giusto così.
Se Abete toglie il disturbo dopo sette anni e il nuovo che avanza e' Tavecchio mentre gira sempre Macalli allora meglio lasciare perdere.
Non c'è un'idea. Le squadre italiane nelle Coppe naufragano ai primi turni, figlie di un campionato che in Europa è praticamente al livello di quello greco la cui nazionale comunque ha passato il turno mettendoci il cuore, cosa che i nostri divi da copertina patinata non sanno cosa sia. Ed è inconcepibile il passo indietro rispetto all'Europeo di due anni fa che si era chiuso col secondo posto. Forse un risultato che ha mascherato tutti i guai, come ha dichiarato nel suo sfogo finale Prandelli.
Dopo le dure dichiarazioni di Buffon e De Rossi a difesa della "vecchia guardia" è chiaro che lo spogliatoio lì in Brasile era una polveriera. Eppure ci hanno raccontato per giorni un altro mondo. Balotelli è un problema psicologico, Cassano cosa è stato chiamato a fare? Non ha combinato nulla per carita', ma per giocare 10' era meglio portare Pepito Rossi con una gamba sola o Gilardino che almeno è un centravanti. E Criscito a casa? E De Silvestri che ha un po' di potenza? Tutte domande che non hanno piu' senso perché rialzarsi da questa batosta si puo', solo con una piazza pulita profonda che nemmeno si avverte. Peggio che nel 74, peggio che nel 2010. Una cartolina vergognosa.
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Violenze, scandali e divi inesistenti Ecco perchè l'Italia ha fallito
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