
Ad attenderli in Italia roventi polemiche, la necessità di una ricostruzione complessiva del movimento calcistico, e soprattutto la scelte necessaria e rapida di un ct.
All’inizio potrebbe esserci una sorta di “commissione tecnica” composta da Sacchi, Uliveri e Di Biagio: non sarebbe la prima volta, nei momenti di transizione del calcio italiano, in fondo, dopo il disastro tedesco del 1974 la ricostruzione partì con Bernardini e Bearzot con il “vecio” che poi andò da solo regalando all’Italia un titolo mondiale e un quarto posto.
Per la successione definitiva, invece ,il nome più gettonato, anche per questioni economiche, sembra essere quello di Massimiliano Allegri: Mancini sembra essersi già tirato fuori, Spalletti è in ribasso, Guidolin è bravo ma non incarna il “rinnovamente” e il nome di Fabio Cannavaro sembra una suggestione che darebbe anche adito a polemiche geopolitiche.
Il calcio italiano è, comunque, all’anno zero e deve provare a ripartire. E, che gli piaccia o no, con o senza Mario Balotelli e la sua cresta dorata con la quale sta tornando in Italia.
IL COMMENTO
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