cronaca

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La procura di Grosseto ha depositato al gip la richiesta di archiviazione di un fascicolo d'indagine aperto nel 2013 su vertici di Costa e della capogruppo americana Carnival. Gli indagati erano cinque, per naufragio e omicidio plurimo colposi, in cooperazione con Schettino e altri co-indagati del primo filone d'inchiesta.


Tra i vari dirigenti delle compagnie navali risultava indagato l'ex presidente di Costa, Pierluigi Foschi più dirigenti Usa della controllante americana. L'inchiesta fu aperta su una querela-denuncia di avvocati dei naufraghi riuniti nel pool 'Giustizia per la Concordia'. Secondo quanto appreso, gli inquirenti non hanno ritenuto che la compagnia, e quindi i suoi vertici, sia tenuta a verificare integralmente la condotta dei comandanti delle loro navi, neanche di Schettino. Comandanti che, viene spiegato, ricoprono l'incarico anche in base a un rapporto fiduciario con l'azienda, che dà loro ampia autonomia operativa.


L'indagine, in particolare, avrebbe riguardato l'aspetto degli 'inchini' o comunque degli avvicinamenti alla terraferma o alle isole; per gli inquirenti la compagnia non è tenuta a verificare nel dettaglio le decisioni operative dei comandanti e pertanto tali scelte sono da riferirsi 'in capo' al comandante stesso di una nave, quindi, nel caso del Giglio, al solo Schettino, escludendo i vertici societari da responsabilità operative dirette. Pertanto, concluderebbe il pm, Schettino agì in autonomia sul cambio di rotta verso il Giglio senza aver mai coinvolto i vertici societari, rimasti ignari di questa decisione. Il gip di Grosseto non ha deciso sulla richiesta di archiviazione da parte della procura.


Intanto, oggi a Primocanale sulla vicenda dello smantellamento della 'Concordia' a Genova è intervenuto il sindaco Doria: ""L'acquisizione di questo lavoro così importante - ha detto - è stata possibile per la capacità dei lavoratori del settore riparazioni navali del porto di Genova, è uno dei punti di forza". "La proposta di Genova era l'unica proposta credibile in Italia - ha aggiunto -. L'alternativa era andare in Turchia dove ci sarebbero stati dei costi minori per il lavoro, ma non ci sarebbe stata la stessa professionalità". Poi una frecciata alla Regione Toscana: "Non abbiamo fatto nessuna forzatura, quelle della Toscana erano solo pressioni campanilistiche - ha sottolineato Doria - Ci sono tutte le condizioni perché a Genova il lavoro venga fatto al meglio".