
A settembre, dunque, inizierà la fase di alleggerimento dello scafo, necessaria per spostare il relitto alle Riparazioni Navali, dove sarà completamente smantellato. "Ora siamo in una situazione un po' precaria - prosegue Bisagno - con la nave ormeggiata in banchina al Vte, ogni operazione deve essere svolta con le chiatte. La nostra intenzione, quindi, è portare via la nave il prima possibile".
Intanto c'è già la fila per ottenere il materiale smaltito. Molte richieste sono arrivate alla San Giorgio del Porto, che insieme a Saipem è capofila del consorzio proprietario del relitto, da parte di varie associazioni di volontariato. "Purtroppo c'è pochissima roba recuperabile - avverte Ferdinando Garrè, ad di San Giorgio - il materiale che uscirà dalla nave sarà riciclato all'80% ma riciclare vuol dire separare i materiali, non trovare pezzi da riutilizzare". Le condizioni sono troppo disastrate e ci sono vari ostacoli normativi sullo smaltimento.
Garrè, comunque, ha ribadito che il Consorzio cercherà di impedire la compravendita di cimeli della Concordia. "Un impegno non semplice", ha sottolineato.
IL COMMENTO
“Ti ricordi Bilancia?”. Il killer incastrato con una tazzina di caffè e una sigaretta
Quel processo che non finisce e le autostrade sempre più trappola