politica

Il Procuratore capo di Genova interviene a Primocanale
2 minuti e 20 secondi di lettura
“Credo sia unanime la valutazione sul dissennato uso del territorio che da decenni è stato fatto nel nostro Paese e anche in Liguria”. Il Procuratore capo Michele Di Lecce si aggiunge al coro delle accuse contro la cementificazione che ha devastato il paesaggio italiano, accentuando le conseguenze di fenomeni alluvionali come quelli verificatisi nelle ultime settimane.

“Non può essere questo l’oggetto di un procedimento penale riferito a fatti specifici. L’uso del territorio rimane però un tema di fondo che bisognerà prima o poi cercare di affrontare adeguatamente”, prosegue Di Lecce. “Le conseguenze, che ormai cominciano a verificarsi con il manifestarsi di eventi di danno così frequenti, impongono delle scelte politiche che devono essere fatte da chi è proposto alla gestione di questi problemi”.

Il Procuratore capo di Genova si sofferma proprio sulle responsabilità della classe politica, che vanno oltre la semplice individuazione di comportamenti penalmente rilevanti. “Certamente ci sono state scelte, fatte o non fatte, che hanno influito pesantemente sul dato di fatto che oggi ci troviamo presente. Qualcuno evidentemente queste scelte le ha fatte o non le ha fatte. I piani di responsabilità – prosegue Di Lecce - possono essere diversi. Su molti di questi piani non ci saranno elementi di responsabilità penale, ma di responsabilità sotto altri profili: civile, amministrativa e politica”.

Ai microfoni di Primocanale, il Procuratore capo Di Lecce si è soffermato sugli eventi calamitosi che hanno colpito la Liguria e che sono oggetto di indagine da parte della Procura “Ci sono diversi procedimenti aperti in relazione a specifici fatti che sono accaduti in queste ultime settimane. Vanno dalla perdita di vite umane al deragliamento di un treno ad alcune frane. Sono indagini complesse – afferma Di Lecce - che stanno cercando, attraverso l’acquisizione di documenti e l’ascolto di persone informate dei fatti, di ricostruire esattamente quanto accaduto, quello che è stato fatto e quello che eventualmente non è stato fatto e che invece andava fatto. Quando avremo un quadro sufficientemente completo di questi accadimenti trarremo le conseguenze sul piano delle eventuali responsabilità penali”.

Nell’ambito delle indagini è stata interrogata come persona informata dei fatti anche l’assessore Raffaella Paita. L’obiettivo è ricostruire quanto accaduto la notte del 9 ottobre. E i riflettori dei giudici sono proprio puntati sugli accadimenti di quella tragica notte e sulla tempistica degli interventi. In particolare, la Procura sta tentando di capire cosa sia cambiato dal 2011 ad oggi. “È stata affidata una consulenza a uno dei consulenti che aveva già fatto, per conto della Procura, un accertamento in ordine ai fatti accaduti nel 2011. Evidentemente, potremmo dire che si tratta di aggiornare quegli accertamenti e quegli studi”.