"Se Amt arrivasse a un accordo sindacale per ridurre i costi strutturali dell'azienda di trasporto pubblico genovese senza toccare le retribuzioni dei lavoratori, se l'azionista Comune di Genova mantenesse l'impegno di ripatrimonializzare l'azienda, una parte di lavoratori Amt potrebbe lasciare in azienda una parte del Tfr per dare un contributo al bilancio". E' il segnale lanciato dal sindacalista della Faisa-Cisal Andrea Gatto a Palazzo Tursi alla riunione congiunta delle commissioni Territorio e Sviluppo Economico riunite per l'audizione dei sindacati dell'azienda di trasporto pubblico Amt.
"Se solo 500 lavoratori Amt su 2.500 lasciassero 5.000 euro di Tfr in azienda si recupererebbero 2.5 milioni - sottolinea Gatto - Comune e azienda devono creare un contesto positivo per il futuro dell'azienda". Secondo i sindacati, al netto di Iva "i contributi pubblici erogati da Comune di Genova e Regione Liguria ad Amt sono passati dai 113 milioni di euro del 2009, 116 nel 2010, 116 nel 2011, 97 milioni nel 2012, 104 nel 2013".
"Siamo stati la prima azienda in Italia ad accettare prima la cassa integrazione in deroga poi i contratti di solidarietà - dichiara Gatto - Il sindaco Marco Doria dice falsità, non è vero che siamo i più cari d'Italia: il costo medio pro capite a dipendente dell'Atm di Milano è di 51 mila euro, l'Actv di Venezia di 47 mila euro, l'Atac di Roma 46 mila euro, l'Amt di Catania 45 mila euro, cosi come a Bologna e Torino, la Anm di Napoli è di 44 mila euro, l'Ataf di Firenze 44 mila euro e in nona posizione arriva l'Amt di Genova con 43 mila e 900 euro".
"La disdetta del contratto integrativo incide violentemente sul sistema di relazioni sindacali, - aggiunge il sindacalista - l'integrativo Amt vale 37 milioni di euro, l'azienda vuole recuperare 8 milioni, dal punto di vista economico l'effetto pratico della disdetta sarebbe 260 euro di retribuzione in meno al mese per chi guadagna 1.000 euro, 410 euro in meno per chi ne guadagna 1.500, 1.110 euro in meno per i quadri".
LA RISPOSTA DEL COMUNE - Palazzo Tursi con una nota sottolinea che "chi impedisce al Consiglio comunale di svolgere la sua funzione, chi lo interrompe con grida e insulti, chi finge di invocare risposte dal sindaco che poi non ascolta, chi in definitiva costringe l’assemblea democraticamente eletta a chiudere le porte per poter svolgere i lavori, si assume una pesante responsabilità e non può scaricarla su altri. Impedire sistematicamente e in modo organizzato i lavori del Consiglio comunale, proclamando che “di consigli comunali” da interrompere “ce ne sono tanti”, è un comportamento antidemocratico che nessuno può giustificare come protesta sindacale e neppure come caso isolato sfuggito di mano".
Sul merito della vertenza "l’Amministrazione comunale ribadisce di aver dimostrato con i fatti la massima disponibilità all’apertura di un negoziato, avendo accolto la richiesta dei sindacati di revocare la disdetta dell’integrativo. L’atteggiamento delle organizzazioni sindacali che, malgrado la revoca della disdetta, intendono disertare il tavolo della trattativa, è assurdamente dilatorio. Purtroppo la realtà dei conti non muta e la necessità di mantenere in equilibrio il bilancio di Amt, senza gravare ulteriormente sui genovesi, resta inalterata. L’Amministrazione comunale non lascerà fallire la sua azienda e non ha intenzione di bruciare posti di lavoro. Proprio per questo, prima o poi, tutti dovranno affrontare la situazione per quella che è, senza pregiudiziali, ricercando le soluzioni migliori attraverso un corretto confronto sindacale. Sarebbe bene farlo rapidamente, nell’interesse della città e degli stessi lavoratori".
GIUNTA ASSENTE - Il sindaco di Genova Marco Doria e l'assessore ai Trasporti Anna Dagnino non erano stati presenti a Palazzo Tursi alla riunione congiunta delle commissioni Territorio e Sviluppo Economico riunite per l'audizione dei sindacati dell'azienda di trasporto pubblico Amt. "Le commissioni si possono fare anche senza la giunta - ha sottolineato il presidente della commissione Gianpaolo Malatesta (Pd) - la giunta è stata invitata, ma ha deciso di non esserci".
CONTROLLI 'DI SICUREZZA' - I lavoratori di Amt hanno rallentato l'uscita dei bus dalle rimesse di Gavette e Staglieno, creando disagi e limitando il servizio con i cosiddetti "controlli di sicurezza". I dipendenti da tempo hanno aperto una vertenza sindacale contro la disdetta del contratto integrativo da parte dell'azienda e contro la decisione del Comune di Genova di non voler più ripianare i debiti, circa 8 milioni di euro.
L'azione ha mirato anche a criticare la scelta del consiglio comunale che ha deciso di svolgere la seduta a porte chiuse per evitare l'ingresso in sala degli autisti di Amt. Lo scorso anno, per sollecitare l'amministrazione comunale e la Regione a intervenire sul deficit aziendale, gli autisti scioperarono per cinque giorni consecutivi paralizzando il trasporto pubblico in città.
IL PRESIDENTE RAVERA - “L’azienda non è in grado di cambiare in pochi mesi”. Parole di Livio Ravera, presidente Amt. “Sono anni che denunciamo questa situazione. Le aziende di Tpl non hanno la forza di investire nel rinnovo del parco mezzi con risorse proprie”.
A Primocanale Ravera ha parlato anche della possibilità di sue dimissioni. “Se qualcuno mi dicesse che dimettendomi arriverebbero 300 autobus nuovi, mi dimetterei domani mattina”. E sulle responsabilità legate alle criticità di Amt il presidente ha affermato: “Non sono complice di questa situazione. Sto cercando di mettere una pezza a una situazione molto grave. Idipendenti Amt stanno facendo dei miracoli”.
cronaca
Amt, il sindacato: "Rinunciamo a una fetta di Tfr se il Comune ripatrimonializza"
Dopo l'incontro a Palazzo Tursi e lo sciopero bianco
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