economia

Timidi segnali di ripresa nonostante il dato annuale negativo
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Sono 45.710 le imprese artigiane in Liguria a fine settembre, in calo dell’1,1% rispetto allo stesso periodo del 2013. È quanto emerge dal report di Unioncamere Liguria sulle imprese artigiane nel terzo trimestre 2014. Il 65,4% delle imprese artigiane liguri si occupano di produzione, il 34,5% di servizi.

Il dato annuale è dunque negativo, anche se qualche timida speranza emerge dall’analisi congiunturale, soprattutto per quanto riguarda le esportazioni, con un +1,8% degli ordinativi. Inoltre, sulla base delle indicazioni dell’indagine Excelsior, il Sistema Informativo di Unioncamere e Ministero del Lavoro sui fabbisogni occupazionali delle imprese, il 12,3% delle imprese artigiane liguri prevede di effettuare assunzioni nel 2014. La percentuale più alta si registra a Genova (13,3%), seguita da La Spezia (11,9%), Imperia (11,2%) e Savona (10,7%).

La domanda di lavoro che le imprese artigiane liguri prevedono di attivare nel 2014 si concretizzerà in 2.790 contratti, con 2.377 assunzioni dirette (oltre l’85% del totale). La quota più rilevante di assunzioni si concentra nelle costruzioni con 610 assunzioni, pari al 25,6% delle entrate dirette previste. Seguono i servizi turistici (alloggio e ristorazione), con 540 assunzioni (22,7%) e i servizi alle persone (18,1%).

Rispetto al dato medio riferito al totale delle imprese, emerge una minore propensione da parte delle imprese artigiane ad assumere personale al di sotto dei 29 anni (rispettivamente 34,9% e 28,5%), probabilmente dovuta ad una maggiore richiesta di esperienza lavorativa specifica. Solo in provincia della Spezia si raggiunge quasi la soglia del 40%, mentre nelle altre province il dato oscilla tra il 25% e il 27%.

Infine un cenno sulle assunzioni di personale immigrato. Rispetto al dato nazionale, dove la previsione di ricorso a manodopera immigrata raggiunge la quota del 12,4% sul totale delle assunzioni programmate, in Liguria il valore si attesta all’11,3%. A livello provinciale oltre il 35% viene assorbito dalle imprese savonesi, seguite da quelle genovesi (26%), spezzine (22%)e infine da quelle dell’estremo ponente (15%).