cultura

La sua attività dello scrittore era a 360 gradi
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C’è chi ha il dono di riassumere una situazione o una notizia con una vignetta e chi la capacità di farlo in poche, pochissime battute. Un dono, appunto. Quello che aveva Lorenzo Costa che con il suo ‘Lanternino’ dal 2000 illuminava la realtà locale nelle pagine dell’edizione genovese di ‘Repubblica’ con garbo ed ironia, doti che valle a trovare oggi in giro.


Ma sarebbe riduttivo e ingeneroso circoscriverne l’attività a quella che pure era la sua creatura più nota perché in realtà stiamo parlando di uno scrittore (e un poeta) tout court che aveva arricchito con il proprio talento pagine di riviste storiche nel panorama italiano della satira, e non solo: da Tango a Cuore, da Micromega a Linus, dal Salvagente a Left. Basta andare sul suo sito per trovare una messe di materiale e un eclettismo di scrittura che lo rendevano unico davvero: vedi ad esempio i Graffiorismi (‘Il guaio dei ritardatari è che poi arrivano’, tanto per citarne uno) o gli Aforismi stessi (‘D’inverno il cane è il miglior amico dell’uomo, d’estate è il miglior amico dei casellanti autostradali’).

Ma la sua attività di scrittore era a 360°: tre anni fa era andato in scena allo Stabile di Genova ‘Quanto Costa!’, ovvero pensieri, parole, sogni e incubi di un ‘umorista umorale’, come era solito definirsi. E poco dopo aveva preso il via una collaborazione con Ugo Dighero, in occasione del Festival Mondomare di Lavagna organizzato dal Teatro dell'Archivolto, per il quale aveva firmato alcuni testi dello spettacolo “Rimbocchiamoci le natiche”. Senza contare le due partecipazioni (2009 e 2011) al Festival Internazionale di poesia di Genova.


Un testimone del nostro tempo corrosivo e iconoclasta la cui cifra stilistica era quella – come dire? – di un ‘umorismo serio’, capace di lasciare il segno con leggerezza anche nelle critiche più feroci. Restano i suoi libri e fino al 27 gennaio una mostra, alla Commenda di Pre, intitolata ‘Tra il dire e il disegnare c’è di mezzo il mare’: oltre 180 fra disegni e scritti arricchiti dalle immagini di Aglaja e dalle sue invenzioni. Fantasiose, oniriche, surreali. Tali e quali l’autore.