Burlando si accolla il 'gioco sporco' per dirottare i riconoscimenti a Lella Paita, la sua candidata per la continuità in Regione. Era evidente durante l’alluvione, lo è ancora di più per l’emergenza spazzatura. Un gioco delle parti che sta comunque esplodendo in mano al governatore e alla sua erede designata (guai a chiamarla ‘delfina’, si arrabbia molto). In mezzo il sindaco di Genova che sul tema ha permesso alla Regione di fare il bello e il cattivo tempo, per inerzia politica o perché ostaggio di una maggioranza che altrimenti si scioglierebbe. Insomma, l’emergenza sui rifiuti in Liguria si gioca come fosse una partita di poker: con tanto di bluff, bari e assi nella manica. Con un precedente di cui tenere conto come il disastro sulle scelte per Amt.
Le mosse di Burlando sono semplici, sempre le stesse. Ma per essere messe in pratica hanno bisogno di vertici aziendali consenzienti, sulla pelle di lavoratori e utenti. Come funziona il gioco: con un po’ di responsabilità scaricate qua e là, ora al sindaco, ora all’assessore (Briano), ora all’azienda, si monta il problema fino al momento giusto. Poi si interviene con l’asso nella manica per dire: “Problema risolto grazie al mio intervento”. Come con Amt, Claudio Burlando (in carica ormai da 10 anni) ha lasciato maturare il problema spazzatura fino alla campagna elettorale. Ma stavolta qualcosa non torna nei piani perché l’ingranaggio si è inceppato. E il cambio della guardia in Amiu, il presidente Burlando e l’assessore Paita, ancora non l’hanno digerito.
Al di là di proclami e scaricabarile istituzionali i dati sono innegabili. Oggi la spazzatura genovese viene dirottata fuori regione con costi ben visibili sulle bollette dei genovesi. Un disastro che il governo Burlando (10 anni ininterrotti) non è riuscito a evitare. Lo scorso 8 ottobre il presidente di Amiu Marco Castagna, anticipando il nuovo piano industriale, in un’intervista a Primocanale spiegava che “il Piemonte è al limite, meglio valutare le ipotesi Emilia e Lombardia”. Intanto il tempo è passato e due alluvioni hanno aumentato la necessità di smaltimento per i detriti. Oggi la spazzatura si accumula in alcune zone di Genova. Per Burlando si tratterebbe di “un problema interno ad Amiu, di tipo organizzativo, e non riguarda gli accordi sottoscritti dalla Liguria con Piemonte, Toscana e Lombardia". L’azienda non ci sta e rimanda al mittente le accuse. Così ci vuole poco per svelare il bluff.
Il colpo a effetto pre-elettorale (per le primarie del Pd o per le Regionali poco importa) è pronto da tempo. Si tratta della discarica di Villafalletto, in provincia di Cuneo. L'impianto ‘A2A Ambiente’ è stato autorizzato a ritirare rifiuti solidi urbani da Genova per un quantitativo di 9mila tonnellate nel primo semestre 2015, corrispondenti a 18mila su base annua se l’autorizzazione sarà prolungata nel secondo semestre. Impianto che, tuttavia, ha ancora una capacità di trattamento residua dell'ordine di ulteriori 15mila tonnellate su base annua, in aggiunta alle 18mila previste. Ossia, 33mila tonnellate di rumenta all’anno: giusto una pezza. E lo confermano i dati dell’Ato di Cuneo.
Il governatore e il suo assessore Paita aspettano il momento giusto, l’apice dell’emergenza, per tirare fuori 'la soluzione'. Affinché queste ulteriori 15mila tonnellate all’anno di potenzialità di trattamento possano essere impiegate per i rifiuti di Genova occorre infatti ottenere il parere favorevole delle Regioni (guarda caso), della Provincia di Cuneo, dell'Ato Cuneo e del Consorzio Csea. In altri ambienti si chiamerebbe ‘ricatto’ nei confronti di Doria e di Amiu. In politica si chiama: prendersi il merito al momento giusto, sulla pelle dei cittadini e dei commercianti che oggi convivono con montagne di rumenta in cui banchettano topi e (anche) maiali.
La macchina messa in moto dal tandem Burlando/Paita ha stavolta un ingranaggio inceppato. Il piano per essere perfetto avrebbe bisogno della condiscendenza dei vertici di Amiu. Invece l'azienda “sta collaborando quotidianamente con i competenti uffici regionali per accelerare al massimo le relative pratiche, ma nel frattempo ha adottato misure diverse per far fronte alla presente emergenza rifiuti, conferendo la quantità di rifiuti prodotti giornalmente presso altri impianti autorizzati. Tra questi anche l'impianto Cermec di Massa rispetto al quale in data 30 dicembre era stato ottenuto un incremento delle quantità conferibili, di cui era stata data tempestiva comunicazione”, fa sapere il presidente Castagna.
In pratica, la soluzione all'emergenza rifiuti l'ha trovata Amiu poco prima di Capodanno. E se a Burlando stavolta mentre barava è sfuggito l’asso dalla manica, in molti si chiedono ancora il motivo del silenzio assordante dell’assessore regionale ai Rifiuti Raffaella Paita. Silenzio sul progetto presentato, in tempi non sospetti, dal suo predecessore Renata Briano e sparito da un giorno all’altro. Silenzio sul suo progetto per affrontare il problema in futuro. La campagna elettorale per le primarie del centrosinistra la impegna molto, e al ‘lavoro sporco’ ci pensa Burlando.
Amara la conclusione di Castagna a Primocanale. "Qualcuno vuol farci passare da belinoni, ma non ci stiamo. La politica regionale parla di numeri sulla gestione dei rifiuti e sul loro conferimento fuori Liguria senza conoscerne le reali dimensioni. Credo di essere finito in una schermaglia politica tra Regione e Comune. Ora spero che però dopo l'11 gennaio (data delle primarie regionali del centro sinistra, ndr) tutto finisca".
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Emergenza rifiuti, Amiu smaschera il bluff della Regione
Firmato il 30 dicembre un accordo con l'impianto Cermec di Massa
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