
"Siamo traumatizzati e presi in ostaggio da balordi che non sono il prodotto della loro comunità", e la "maggioranza silenziosa" dei musulmani deve reagire "uscendo nelle strade". Anche i quattro imam francesi in visita a Roma, dove hanno incontrato papa Francesco (Azzedine Gaci, rettore della Moschea Othman a Villeurbanne, Tareq Oubrou, rettore della Gran Moschea di Bordeaux, Mohammed Moussaoui, presidente onorario del Cfcm e presidente dell'Union des Mosquees de France, Djelloul Seddiki, direttore dell'Istituto Al Ghazali della gran Moschea di Parigi) hanno condannato l'attentato che ha causato 12 morti e una decina di feriti nella sede del settimanale satirico Charlie Hebdo a Parigi. E hanno rivolto un appello a mobilitarsi contro l'attentato. Lo riferisce sul suo sito Romasette, settimanale della diocesi di Roma.
"La maggioranza silenziosa dei musulmani esca nelle strade - ha dichiarato Tareq Oubrou -. I musulmani sono traumatizzati e presi in ostaggio da parte di balordi che non sono il prodotto della loro comunità. Non c'è nessun elemento religioso in quello che è in prima istanza il risultato dell'ignoranza, dell'essere illetterati, del fascino per l'eroismo e per i videogiochi, della confusione tra il reale ed il virtuale. Un imam acculturato non ha alcun controllo su un tale comportamento. Niente giustifica un tale crimine a sangue freddo, commesso da cuori di pietra che la fede non ha toccato. Né Dio né il Profeta possono essere associati a questo tipo di atto", ha concluso Oubrou.
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