politica

La stampa nazionale
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Il verdetto della commissione dei garanti non pare aver ricucito lo strappo interno al Partito Democratico. Le polemiche che hanno preceduto e fatto seguito alle elezioni Primarie in Liguria continuano a non stemperarsi. Veleni e atti d’accusa che emergono nella lettura dei principali quotidiani nazionali e locali.

IL GIORNALE Il Giornale pone in risalto la delusione di Cofferati dopo quanto emerso e la volontà di cambiare aria. Il titolo è esplicito. “Primarie taroccate, Cofferati vuole lasciare il Pd”. “Le primarie al Pd vanno bene anche col pasticciaccio. A Sergio Cofferati, vittima designata della pagliacciata di domenica scorsa in Liguria, no. Tanto che ieri, dopo il giudizio del collegio dei garanti che ha corretto ma non cambiato il risultato delle primarie per il candidato del centrosinistra alle regionali del prossimo maggio, l’ex sindaco di Bologna ha lasciato capire che la delusione per la vicenda lo condurrà a lasciare il partito”, scrive Andrea Cuomo.

REPUBBLICA GENOVA“Cofferati prepara il colpo a sorpresa, tentato dall’addio al suo partito”. È il titolo di Repubblica nella sua edizione genovese, che ribadisce le alte probabilità dello strappo di Cofferati. “La discussione è aperta. Oggi parla Cofferati e poi si riuniscono i civatiani. Mercoledì un’altra tappa con la riunione della Rete a Sinistra convocata al teatrino di San Benedetto, con l’obiettivo di individuare una candidatura alternativa”, scrive Ava Zunino.

CORRIERE DELLA SERA – Anche il Corriere della sera si concentra sulle divisioni interne al Partito Democratico. Il titolo è “La spunta Paita. Cofferati medita lo strappo”. Scrive Erika Dellacasa: “Si sono tenute riunioni fra i civatiani, Sel e rete a sinistra per esplorare l’obiettivo di costruire in Liguria un’alternativa alla candidatura di Paita “formalmente” proclamata ieri sera dal comitato elettorale. La presentazione di una lista civica che raccolga il malcontento sollevato da queste primarie è di momento in momento più concreta”.

LA STAMPA – La Stampa torna invece sulle irregolarità appurate dalla commissione di garanzia e propone un confronto con quanto accaduto nel 2011 a Napoli. Commenta così Jacopo Iacoboni: “Una situazione lunare che - quanto a numeri nudi e crudi - è peggiore delle primarie napoletane del 2011, quelle vinte da Cozzolino e poi annullate da Bersani. In quel caso Cozzolino vinse su Umberto Ranieri per 1200 voti, e i voti annullati furono 363 (a Secondigliano, dove ci fu anche l’indagine della Direzione nazionale antimafia); eppure Bersani annullò tutto, e commissariò il partito campano con Andrea Orlando (oggi ministro della Giustizia e, coincidenza, ligure di La Spezia)”.

Sempre su La Stampa si trova un’analisi molto dura di Federico Geremica, dal titolo “Uno strumento che ha perso di Credibilità”. “Le primarie del Pd ligure sarebbero dunque regolari. Meglio: più o meno regolari. Questa è la decisione dei garanti (chiamiamoli pure i giudici) del Partito democratico ligure. Più o meno regolari, dicevamo, perché qualche broglio c’è stato: ma non di dimensioni tali da imporre l’annullamento della competizione (come chiesto da Sergio Cofferati, il contendente sconfitto). Un equilibrismo sufficientemente ipocrita da ricordare – e nemmeno da tanto lontano – il famoso «sì, è incinta: ma solo un po»”.

IL SECOLO XIX – il Secolo XIX si sofferma invece sull’atteggiamento tenuto dal premier Matteo Renzi. Il titolo è: “Renzi incorona Paita:«Sostegno da tutto il Pd»”. “Ciò che per Renzi, Paita e Burlando è una mano tesa, per molti nella direzione nazionale assomiglia di più ad un colpo di spugna. Lo è per la minoranza dem. È Stefano Fassina a parlare di una vicenda che «non può essere archiviata facendo le congratulazioni alla vincitrice», «è un problema più rilevante di quello emerso a Napoli». Nel Pd c’è chi non sottovaluta l’effetto di un disastroso domino. Tra questi il presidente, Matteo Orfini, che già si sta occupando di Roma Capitale e da Genova prevede l’esplosione nazionale di «un enorme problema politico»”, scrive Alessandra Costante.