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Scelta Civica non esisterà più al Senato. Il progressivo sfaldamento del partito voluto da Mario Monti arriva all'epilogo. I senatori di Sc passano al Pd. Matteo Renzi preme per blindare le riforme, e non solo, e nell'ottica di 'sterilizzare' le pressioni che potrebbero venire da correnti, piccoli partiti e fazioni stringe per rafforzare il peso del Pd dove serve: al Senato. In quest'ottica lancia un appello a Scelta Civica e, soprattutto, ai senatori del gruppo, a dirigersi verso "un approdo comune".

Appello che, con molte probabilità, accoglieranno in blocco tutti i senatori di Scelta civica, fatta eccezione per il fondatore della lista civica, Mario Monti. Alla luce dell'appello starebbe facendo una valutazione in tal senso anche il ministro Stefania Giannini nonché il sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova. Di sicuro non andrà Enrico Zanetti, sottosegretario all'economia, che accusa i transfughi di scelta "demenziale".

Quasi scontato il via libera dei senatori Pietro Ichino, che viene proprio dalle fila del Pd così come quello di Alessandro Maran, Gianluca Susta e pure Linda Lanzillotta. Qualche passaggio, se pure meno strategico, potrebbe verificarsi anche alla Camera dove, ad esempio, viene data in uscita Irene Tinagli.

La 'mossa' di Renzi punta anche a 'sminare' da possibili sorprese il risultato del prossimo congresso di Scelta Civica che si terrà questa domenica. All'assise si prevede possano scontrarsi due diverse mozioni: quella di Benedetto Della Vedova, che dovrebbe essere rivolta a confermare il cammino intrapreso da Scelta Civica, e quella di Enrico Zanetti che preme invece per un rilancio di Scelta Civica in chiave più autonoma. Zanetti, sottosegretario all'Economia, è anche colui che ha segnalato per primo la 'comparsa' della norma del 3%, poi ribattezzata salva-Berlusconi, nel decreto fiscale.