Il Blueprint di Renzo Piano ha incassato diversi endorsement a livello politico. A partire dal Comune di Genova e dall'Autorità Portuale, che in una nota stampa dell'ultimo dell'anno affermavano che “la realizzazione del progetto sarà un momento importante di trasformazione per la Città e per il suo futuro".
Tuttavia, le perplessità che emergono dal mondo dello sport e da quello imprenditoriale, con lo Yacht Club Italiano in testa, sembrano tutt'altro che prive di fondamento. “Difenderò alla morte le esigenze dello sport genovese e ligure”. È categorico il presidente del Coni Giovanni Malagò nell'esprimere la propria contrarietà al progetto Blueprint griffato Renzo Piano.
Il numero uno dello sport italiano si fa portavoce delle trenta federazioni liguri che hanno espresso il proprio parere negativo all'ipotesi di tombamento dello specchio acqueo di fronte al Porticciolo Duca degli Abruzzi, che porterebbe alcune società storiche a trasferirsi all'interno del Palasport.
Carlo Croce, presidente dello Yacht Club Italiano, rilancia con toni ancora più forti rispetto a Malagò. "Come cittadino dico che spostare un'industria pesante in un quartiere della città come questo è un insulto, è una zona molto popolata e già con limiti quasi intollerabili di inquinamento. Aggiungere attività di quel tipo è una follia".
La critica è soprattutto nei confronti del possibile ampliamento dell'area delle riparazioni, con conseguente spostamento del Club. “In quel progetto non si parla di sport”, ha rincarato la dose Malagò, che poi ha rivelato di aver chiesto al sindaco Doria “garanzie se il Palazzetto dello sport dovesse essere trasformato nell'ambito del progetto Blue Print di Renzo Piano".
Il presidente del Coni ha promesso che tornerà a Genova per incontrare Doria insieme al mondo dello sport e chiederà che ci sia anche il presidente della Regione “per avere garanzie su un'alternativa uguale o superiore”.
Nel ribadire la necessità di dare più spazio al Salone nautico, proprio Renzo Piano aveva confermato che “lo Yacht Club sarà collegato alla città e sarà collocato alle spalle della Fiera del Mare". Croce non ci sta. "La posizione che ci è stata prospettata non risponde minimamente alle nostre esigenze. La nostra posizione è ferma. Pensiamo che il progetto urbanistico debba pensare di spostare altrove l'eventuale crescita delle riparazioni navali, che poi è tutta da dimostrare. Di sicuro non deve essere fatta lì", ha concluso Croce. Ma che lo Yacht Club sarebbe stato costretto a trasferirsi si era capito già nell'ottobre scorso in occasione della presentazione del progetto.
Bisogna trovare anzitutto delle soluzioni condivise sullo spostamento delle società, evitando di farle calare dall'alto. E sarà anche necessario interrogarsi e confrontarsi sulle diverse opzioni per le riparazioni navali. La chiarezza sarà fondamentale per la buona riuscita di tutta l'operazione. Quella chiarezza che, stando alle parole di Croce e Malagò, sembra essere mancata fino a questo momento.
cronaca
Blue Print nel mirino del Coni e dello Yacht Club Italiano
Il presidente Malagò chiede un incontro a Doria
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