
E Pagano parla anche della sua principale avversaria, Raffaella Paita, candidata del PD, che ha avuto come capo di gabinetto quando lui era sindaco della Spezia: “Posso dire che è stata un bravo capo di gabinetto bravo. Certo si capiva la sua ambizione, era chiaro che volesse fare politica. Io ho fatto una riflessione molto diversa dalla sua dal punto di vista politico. Io sono tornato alle mie radici di socialista di sinistra, tornando alla mia storia. Stando fermo mi sono trovato in una posizione radicale. Paita donna di sinistra? No, assolutamente. O meglio è la sinistra di oggi, ma non è più sinistra”.
Dal punto di vista amministrativo, Pagano non risparmia dure critiche a Paita: “Non posso capire questo atteggiamento sul punto dell’ambiente. Già prima era sbagliato, ma dopo l’alluvione del 2011, non farla diventare la questione prioritaria è stata una cosa gravissima. Poi ci sono anche la questione morale, quella dell’occupazione. Ma la lotta al dissesto idrogeologico non è stata portata avanti. La marcia per lo scolmatore del Fereggiano chi l’ha mai fatta?”
La candidatura di Pagano è ora legata anche alle scelte delle altre forze della sinistra, a cominciare da quella parte del PD che ha detto di non voler sostenere Paita: “Io ho massimo rispetto della Rete a Sinistra. Se qualcuno trova un candidato migliore di me sarei felicissimo. Avrei altri progetti che ho in cantiere. Se trovano qualcuno in grado io posso dare una mano. Ma se non lo trovano la strada è questa. Non vedo il progetto come tout court di sinistra, io vorrei rivolgermi a tutti, alla stragrande maggioranza dei cittadini, a quelli che hanno votato PD, quelli che hanno votato il movimento 5 stelle, soprattutto a quelli che non sono andati a votare. Invito le piccole forze della sinsitra a fare un ragionamento: non basta una coalizione delle piccole forze, serve un grande schieramento civico popolare. Dobbiamo rappresentare il popolo. Voglio parlare a quelli che mi hanno cercato in queste ore: gli scout, le donne discriminate sul lavoro, il mondo cattolico, i piccoli imprenditori, i lavoratori, i migranti. Lo schieramento deve essere aperto alla società, poi vengono i partiti, solo dopo”.
IL COMMENTO
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