
E' emerso anche questo nell'operazione internazionale contro lo sfruttamento della prostituzione da parte dei carabinieri di Pavia. Si tratta di romeni, albanesi e italiani a cui vengono contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata al reclutamento, agevolazione, induzione, favoreggiamento anche a mezzo di pubblicità, nonché sfruttamento della prostituzione, con l'aggravante della transnazionalità.
L'organizzazione gestiva una settantina di donne maggiorenni e straniere che d'estate venivano costrette dagli sfruttatori ad andare in vacanza nelle località balneari più rinomate (Sanremo, Rimini, Lignano Sabbiadoro, Jesolo) prostituendosi con i turisti, per pagare il soggiorno e recuperare cosi' le entrate di denaro, altrimenti ridotte a causa dell'esodo estivo dei propri clienti dalle città del nord.
I carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica della città lombarda, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 40 persone anche ad Asti, Macerata, e all'estero in Romania, in Belgio, in Germania e in Albania.
L'operazione fa seguito a un'analoga indagine che prese avvio esattamente due anni fa, il 7 marzo 2013, anche allora non casualmente a ridosso della Festa della donna. Quella mattina era stata data esecuzione a 40 ordinanze di custodia cautelare, di cui 34 in carcere e 6 ai domiciliari, nei confronti di 23 rumeni, 8 albanesi, 4 egiziani e 5 italiani: 37 dei 43 imputati hanno poi scelto di patteggiare pene fino a 3 anni e 6 mesi di reclusione e altri 6 sono stati condannati con rito abbreviato. La sentenza è stata pronunciata il 22 gennaio 2014 dal gup di Pavia Carlo Pasta: in totale è stato distribuito circa un secolo di carcere.
IL COMMENTO
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