Oggi l'area si presenta con muri imbrattati da disegni e scritte, cani che vagano liberi senza museruola e siringhe per terra. Una pessima accoglienza per i turisti che vogliono ammirare il ricco patrimonio di arte giapponese presente al Museo Chiossone. Eppure gli 800mila euro spesi per finanziare la riqualificazione, rischiano di scomparire nel giro di poco tempo. “Negli ultimi tre anni le cose sono migliorate”, sostiene uno dei due volontari che ogni pomeriggio sono presenti nel parco. “Abbiamo instaurato un forte legame con i ragazzi che passano qui alcuni pomeriggi: prendono il sole, mangiano chiacchierano. Magari fumano qualche sigaretta, ma poi puliscono tutto. Sono dei bravi ragazzi”.
Il parco di Villetta Di Negro prende il nome dal marchese Gian Carlo Di Negro, fondatore e sovvenzionatore del primo orto botanico della città. Alla morte del marchese, avvenuta nel 1957, il comune acquistò la villa e il parco che la circonda. Nel 1942 l’edificio venne colpito dai bombardamenti navali degli alleati contro la città e completamente distrutto. Alla fine della guerra il comune finanziò la ricostruzione dell’edificio dandogli la forma attuale, diventando sede del museo dedicato all'arte giapponese.
Lo spazio per organizzare eventi non manca. Dal cinema all’aperto a concerti estivi, dal teatro alle visite guidate. Sono tante le idee che il Comune o il Municipio Centro Est potrebbero mettere in pratica per dare vita a un processo virtuoso affinché il parco torni a essere il cuore verde del quartiere. Ma la promozione turistica, così come programmata a Genova, spesso non ne tiene conto. Le ville e i parchi andrebbero inserite con più convinzione tra le eccellenze dell’offerta, con le loro storie e le loro peculiarità.
Una maggiore sorveglianza e una massiccia presenza di persone, famiglie e turisti rappresenta la migliore arma per la sicurezza. L’addetto alla manutenzione del verde di Villetta Di Negro ha in programma di rinvigorire le aiuole del parco con i colori primaverili delle azalee. Sperando infine che le famiglie e i turisti possano ammirare i fiori e non il degrado.
IL COMMENTO
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