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Dato fornito dal Coordinamento ligure gestione corretta rifiuti
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Nel 2013, se i comuni liguri avessero raggiunto il 65% di raccolta differenziata, così come previsto dalla legge, si sarebbero smaltite in discarica 300mila tonnellate in meno di rifiuti. Il dato è stato fornito dal Coordinamento ligure gestione corretta rifiuti. Le 300mila tonnellate di rifiuti, smaltite correttamente, avrebbero prodotto un introito di 27 milioni: ogni tonnellata di scarti differenziati viene pagata 90 euro.

Al di là dei numeri, il comitato giudica negativamente il nuovo piano regionale sui rifiuti, che rinvia al 2020 il raggiungimento degli obiettivi della raccolta differenziata. "Questa scelta - spiega il referente regionale, Renata Vela - mette al riparo gli amministratori locali dal dover rispondere di tasca propria del danno erariale prodotto da questa non scelta e scarica sui cittadini il danno economico. Come comitato stiamo valutando di presentare un esposto alla Corte dei Conti".
Secondo il comitato bisognerebbe raggiungere l'80% della raccolta differenziata.

Nel 2013 solo 10 comuni hanno raggiunto e superato il 65% di raccolta differenziata. "Bisogna abolire l'indifferenziata - spiegano - arrivare ad avere solo differenziata. I comuni che hanno raggiunto le percentuali hanno tutti puntato sul porta a porta. Bisogna dire no, e in maniera univoca a tutte le forme di inceneritore, che inquinano, sono nocivi alla salute e anti economici. Bisogna puntare sugli impianti di trattamento meccanico biologico. E' sbagliato puntare al recupero dell'energia e non a quello della materia, così come previsto dal piano regionale".

Per il comitato bisogna attivare la tariffazione puntuale, che premia i comportamenti virtuosi dei cittadini, oltre a una maggiore trasparenza nella filiera dei rifiuti, e alla partecipazione dei cittadini sulle scelte in materia di rifiuti. "Le nostre proposte sono state ignorate alla Giunta - concludono - ora le riproporremo alla prossima. Giudichiamo anche negativamente la possibile entrata di Iren in Amiu, si rischia così di pensare solo al profitto aziendale, scopo di ogni Spa, e non al bene del pubblico e del cittadino".