Piaggio Aero e Agnesi, a Primocanale la rabbia dei sindacati

Sale la rabbia dei lavoratori della Piaggio che chiedono certezze per il futuro e vogliono presto un incontro a Roma: “Non ci bastano più i contatti a livello locale, servono risposte a dal Governo”, dice a Primocanale Adriano Spallarossa della Fiom. “La rabbia sta crescendo perché ci sentiamo presi n giro. Qualsiasi cosa si fa per il lavoro, la proprietà non la rispetta e questo non va assolutamente bene. Chiediamo assolutamente un incontro di verifica a Roma al Ministero. È impossibile che venga firmato un accordo da tutte le parti interessate e che qualche mese dopo diventi cartastraccia. È una cosa incredibile che in Italia non si riesca a far rispettare un patto del genere”, sottolinea Spallarossa, che ricorda le promesse fatte dalla Regione. “A livello istituzionale c’era stato un impegno per rivedersi e andare giù a Roma. Noi aspettiamo ancora la data, non ci basta più un incontro di verifica in Regione. Vogliamo un tavolo a Roma e ci muoveremo di conseguenza per averlo”.

Restando nel mondo del lavoro, situazione sempre più difficile allo storico stabilimento Agnesi di Imperia. “Sulla prestigiosa rivista Food l’azienda ha fatto un comunicato ribadendo quello che ha sempre detto. Vale a dire che la produzione di pasta cesserà in questo stabilimento a Imperia per essere trasferita a Fossano”, spiega Gigi Lazzarini della Rsu Agnesi ai microfoni di Primocanale. “Queste cose già le sapevamo e continueremo a lottare fino alla fine. La pasta la sappiamo fare meglio noi di altre aziende che dovrebbero prendere la produzione. Sappiamo benissimo che non ci sono alternative con prodotti diversi dalla pasta”, sottolinea il sindacalista, che non ritiene una strada percorribile la produzione di sughi. “È solo fumo negli occhi che continuano a mandare a noi e ai cittadini. Non sono in grado di produrre un’eccellenza come la pasta Agnesi e la spostano altrove, figuriamoci il resto. Non darei da amministrare a queste persone nemmeno il salvadanaio di mia figlia. Ci aspettiamo dall’incontro al Ministero un piano industriale serio e non fumoso come è stato fatto fino a oggi”.