
"Perciò le vittime possono e in qualche modo devono potersi appoggiare al pronto soccorso e gli operatori devono essere in grado di capire e comprendere le situazioni e di riferire le indicazioni corrette ed opportune per poter intervenire nel modo più corretto", prosegue Moscatelli. "Tale Protocollo è uno strumento importante, in quanto consentirà di rileggere i casi e i dati, già oggi disponibili, per comprendere che, una persona che si è presentata più volte in diversi pronti soccorsi, possa portarsi dietro una situazione di disagio o di maltrattamento e perciò proporre delle possibilità di aiuto che a volte avvengono, ma tardivamente o non in tutti i casi".
A margine della firma del protocollo d'intesa sono stati forniti alcuni numeri sulla violenza domestica. I dati parlano di 664 referti in un biennio relativi a accessi ripetuti dello stesso paziente con indicazione chiara di violenza altrui, 763 sono i referti per pazienti con almeno 3 accessi di cui almeno uno per violenza altrui e gli altri per cosiddetti trauma accidentali, infortuni domestici e cause sconosciute. Considerate tutte le tipologie, nell'ambito dell'Asl 3, sono stati 3.198 i casi di violenze altrui, possibile violenza altrui, infortuni domestici e cause sconosciute.
IL COMMENTO
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