
I nomi, allora. Uno deve farlo la Camera di Commercio, mentre a Marco Doria ne toccano due, per la sua doppia veste di sindaco di Genova e della Città metropolitana. "Il commissariamento mi pare inevitabile, ma il punto è come nasce - dice a Primocanale Gian Enzo Duci, presidente di Assagenti - Il modello positivo è Trieste, dove la comunità locale è stata rapida e coesa nel determinare una terna e la componente politica ha fatto pressione perché il commissario scaturisse da in quella terna. Se le comunità locali sono immobili, invece, decide Roma e tanti saluti".
Il commissariamento come unica strada percorribile? Non per Maurizio Fasce, presidente di Spediporto: "Si tratta di una soluzione estrema: un commissario può essere nominato dal Ministro solo in caso di revoca del mandato al Presidente e/o in caso di scioglimento del Comitato Portuale. Non mi sembra che sia la situazione in cui ci troviamo. Sono certo che Regione ed enti locali non perderanno un minuto a prospettare candidati qualificati per questo compito", prosegue Fasce.
E che qualcosa si stia muovendo lo dimostra la riunione della scorsa settimana della Consulta marittima della Camera di Commercio, che vede allo stesso tavolo tutti i rappresentanti del settore. Obiettivo: stabilire le priorità d'azione dell'Autorità portuale e di conseguenza individuare il nome più adatto. La scelta della Giunta dell'ente arriverà entro una settimana. Anche Marco Doria sarebbe al lavoro per trovare due nomi, da usare sia per la nomina del presidente (che non viene comunque esclusa al cento per cento), sia per quella di un eventuale commissario.
Per Maurizio Fasce serve un segnale di riconoscimento dell'importanza del settore: "Speriamo sia indicata una figura di Presidente di Autorità portuale che in virtù dell’importante eredità assunta dovrà avere una caratura di manager con esperienza settoriale internazionale". I retroscena parlano di nomi diversi, da quello del genovese Mariani (presidente dell'Autorità portuale di Bari che grazie a un cavillo potrebbe bypassare l'ostacolo del pensionamento), a quello dell'avvocato Ghibellini, fino al deputato Pd Mario Tullo. Sullo sfondo il nome di un altro politico, il candidato alle regionali Enrico Musso.
E proprio le prossime elezioni avranno certamente un peso determinante nella scelta di Delrio, sia che si segua la strada del presidente, sia quella del commissariamento. Muoversi prima sarebbe possibile, ma a seconda del vincitore ci sarebbe il rischio di tensioni con il nuovo governatore. Qualcuno si spinge a dire che di fatto sarà proprio il nuovo presidente ad avere, in ogni caso, l'ultima decisione. “Si indica la strada di Trieste, ma non si dice che lì alla fine ha deciso Debora Serracchiani”, si mormora nei corridoi della Camera di Commercio.
Sullo sfondo resta la riforma della portualità, che Delrio ha annunciato essere in via di definizione e con misure anche sulla governance degli scali. Al netto delle sensazioni, le incognite restano molte. Le uniche certezze sono che a fine giugno Merlo lascerà la guida del porto di Genova, e che la politica locale presto o tardi farà sentire la sua voce. Se sarà autorevole per sostenere le richieste degli operatori e rispondere alle esigenze del porto o un'azione di ingerenza per assecondare interessi di parte lo diranno i fatti.
IL COMMENTO
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